Locarnese

Locarno: al bar dei conti il digestivo è finito

La Città dice addio alle sopravvenienze milionarie e deve ricalibrare i costi e gli investimenti, puntando su quelli remunerativi

25 ottobre 2019
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Il rubinetto delle sopravvenienze d’imposta – prodigo di “liquidi” negli ultimi anni, fino al milione contabilizzato nel 2019 – si è prosciugato. Per Locarno ciò significa guardarsi allo specchio e riscoprirsi “normale”. La conseguenza è composita: necessità di contenere i costi, ottimizzare gli investimenti e se possibile intensificare le pressioni sul Cantone nell’ambito dello squilibrato rapporto “dare-avere”, laddove è il primo dei due verbi quello nettamente più utilizzato in Città durante il lustro appena trascorso.

L’esercizio contabile per l’elaborazione del preventivo 2020 ha dunque richiesto uno sforzo comune ripartito su tutti i Dicasteri per affrontare “la sfida di continuare ad offrire servizi di qualità, fare investimenti lungimiranti e rispondere ai bisogni della popolazione in modo sempre migliore e con costi sempre minori”, come hanno rilevato il sindaco Alain Scherrer e il capodicastero Finanze Davide Giovannacci stamattina a Palazzo Marcacci.

Su queste basi i conti dovrebbero chiudere con un leggero avanzo (29mila franchi e spiccioli), preservando pur sempre 13,2 milioni di investimenti netti, che vanno dalla messa in sicurezza di via Luini all’ampliamento della Scuola dell’infanzia ai Saleggi, dal nuovo autosilo ai Monti all’ampio pacchetto di progetti legati al Programma di agglomerato. Opere alle quali andranno aggiunti, in proiezione, la sistemazione a tappe degli spazi pubblici nel centro urbano, l’ampliamento dell’autosilo di Largo Zorzi, gli importanti interventi al Palexpo Fevi nell’ambito del discorso sul turismo congressuale, nonché il rilancio del castello Visconteo. Un “focus” particolare continuerà ad essere messo sulle opere che garantiscano un ritorno finanziario.

Cantone-Comuni, siamo alla 'vergogna'

Al netto di una situazione ancora sotto controllo ma estremamente “volatile”, ciò che surriscalda viepiù gli animi è l’atteggiamento cantonale rispetto all’iniziativa dei Comuni per l’annullamento del contributo di 25 milioni imposto per il risanamento delle casse dello Stato. «È vergognoso – ha tuonato il municipale Giuseppe Cotti – che nel preventivo del Cantone non si trovi una sola parola sull’iniziativa. Si tratta di una mancanza di rispetto verso chi ha contribuito a risanare le finanze cantonali». L’invito al Gran Consiglio – sottolineato con un corale cenno d’assenso da parte dell’esecutivo – è «attivarsi per liberare le risorse necessarie agli enti pubblici». Una richiesta, questa, già espressa con una lettera recentemente inviata a Bellinzona.

Passando in rassegna le cifre, Giovannacci ha sottolineato alcuni punti essenziali, primo fra tutti quello inerente al capitale proprio di circa 20 milioni che consentirà di assorbire eventuali disavanzi futuri. Giovannacci ha anche sottolineato la riduzione delle unità lavorative nell’Amministrazione nel 2020, dopo anni di aumenti; la stagnazione della spesa nell’assistenza pubblica; un debito pubblico ancora sostenibile (78 milioni) ma destinato ad essere abbattuto di 10-20 milioni in 10 anni dopo il 2025; e a livello fiscale una crescita costante delle persone fisiche e una certa stabilità per quelle giuridiche.

'Aggregazioni? Ero ottimista'

Due parole sono infine state spese per il capitolo “aggregazioni”: «Ero ottimista, ma mi sono scontrato con la realtà – ha ammesso il sindaco –. Pertanto, si è lavorato di più sulle collaborazioni intercomunali. Comunque, la riorganizzazione dell’amministrazione è stata condotta anche in funzione di un futuro Comune più grande».

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