Locarnese

Emergenza climatica, a Locarno è un 'sì, ma...'

Votata lunedì dal Consiglio comunale una 'dichiarazione' che non vincola la Città, ma le chiede una consapevolezza ponderata

15 ottobre 2019
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Il Consiglio comunale di Locarno ha approvato lunedì sera con 30 “sì” e 3 “no” la risoluzione presentata da Alessandro Spano, capogruppo Plr, e sostenuta da Ppd e Lega-Udc-Ind., in base alla quale la Città “è conscia dell’emergenza climatica” e della necessità di “valutare misure concrete per attenuare il fenomeno, ponderando la sostenibilità ambientale, sociale ed economico finanziaria”. Un voto quasi unanime solo “sulla carta”. In realtà il legislativo si è spaccato in due.

La risoluzione approvata è stata sottoposta in alternativa a quella già all’ordine del giorno, firmata da Pier Mellini per Ps e Verdi, che però non è passata al voto, raccogliendo solo 11 “sì” (a fronte dei 22 della risoluzione “Scano”). La Sinistra ha giocoforza approvato la seconda, ma l’ha poi giudicata “minimalista, intrisa di negazionismo”. Sostenuti da un folto e pacifico gruppo di giovani con striscione (ma anche “armati” di telefonino a filmare i banchi di Plr e Ppd al momento del voto), Ps e Verdi hanno esternato la “necessità – si legge nel testo respinto - di adottare il più presto possibile (entro la fine della legislatura) misure ferme, risolute, rapide a favore della riduzione dei gas serra”.

Per un paio d’ore il legislativo si è confrontato in un clima carico di passione politica e richiami alle rispettive ideologie. Un’atmosfera anche emotiva. Il presidente Mauro Silacci ha comunque tenuto saldamente il timone del dibattito che altrimenti avrebbe superato la mezzanotte. Per Fabrizio Sirca (Ps) «quando la casa va a fuoco vanno usate tutte le energie possibili immaginabili. Una risoluzione annacquata non spegne le fiamme».

Pierluigi Zanchi dei Verdi ha chiesto «un voto coraggioso. In 12 anni di Consiglio comunale troppo spesso ho visto ammettere che la politica è arrivata in ritardo. Agiamo subito! Come? In mille modi. Un esempio: adottare l’idrogeno per tutto il parco mezzi pubblico; saremmo all’avanguardia. Voi invece frenate». Ma Gianbeato Vetterli, decano del Plr, ha respinto le accuse: «Non sono un negazionista. Ma mi rifaccio al metodo liberale: risolvere i problemi con il buon senso, lo studio, la sostenibilità tecnologico-economica. I divieti collettivi riportano alla mente tristi metodi di economie pianificate». Gli ha fatto eco Barbara Angelini Piva per il Ppd: «Ben venga il dibattito, ma la Sinistra non può arroccarsi su posizioni estreme».

«Sono sconcertato dalle vostre dichiarazioni – è stata, la contro-replica di Matteo Buzzi (Verdi) –. La situazione è grave e impone l’azzeramento delle immissioni di gas fossili entro il 2050!». Ma Valentina Ceschi (Lega/Udc/Ind.) ha frenato: «La situazione sta sfuggendo di mano. Vi ricordo che Locarno ha una superficie di 19 km²…». Sì, ha replicato Paolo Tremante (Ps), «ma noi svizzeri siamo ai primi posti per consumi energetici pro capite. Non è questione di dimensioni».

Da parte sua il sindaco Alain Scherrer ha riconosciuto «lo spirito lodevole della iniziativa Ps-Verdi. Ma occorre un’azione più coerente con i margini d’azione della nostra città, che è già in prima fila con molti progetti operativi». Infine, secondo il municipale Niccolò Salvioni bisogna fare attenzione: «Abbiamo leggi chiare sulla dichiarazione dello stato di necessità in caso di catastrofe. Se passasse la risoluzione , stando alla “risoluzione Mellini”, dovremmo, per dirne una, bloccare il traffico, con pesantissime conseguenze sull’economia locale. Come facciamo? Cosa possiamo noi contro la Cina?».

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