Locarnese

Una tratta di cuccioli dall'Est

Sono molti coloro che cascano nella rete delle offerte di internet. Un problema molto diffuso e difficile da arginare anche per i servizi preposti

Creaturine oggetto di traffici illeciti (Spab)
15 dicembre 2018
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Ha suscitato clamore e indignazione, soprattutto tra gli amici degli animali, la notizia anticipata ieri da ‘laRegione’ del sequestro di 21 cani rinchiusi in condizioni igenico-sanitarie davvero precarie in un appartamento di Locarno. Un vero e proprio lager che riporta, d’attualità, anche il tema del commercio in nero dei fedeli amici dell’uomo. Un traffico illegale di cuccioli che, attraverso annunci online, consente ad allevatori poco seri di guadagnare somme di denaro anche ingenti raggirando i controlli. Cagnolini privi di documenti (se non fasulli), di trattamenti sanitari e microchip, spacciati come nati da allevamenti svizzeri quando in realtà arrivano da mercati sovente dell’Est Europa. Controlli a tappeto – ci spiegano dall’Ufficio del veterinario cantonale – non sono logicamente possibili anche perché la sola popolazione canina del Cantone supera le 3’000 unità. Intervengono su informazione o quando c’è un sospetto. I casi di maltrattamento di animali sfociano in segnalazioni al Ministero pubblico. Negli altri casi, è aperta una procedura contravvenzionale gestita direttamente dall’Ufficio del veterinario cantonale, che porterà a una multa oltre all’intimazione di conformare la tenuta degli animali. È per questo motivo che durante i “blitz”, gli ispettori veterinari supportano la polizia fornendo agli agenti la consulenza necessaria per la stesura dei verbali. Ma a far scattare la denuncia penale possono essere anche le società di protezione animali, che si costituiscono come parte civile. Discorso diverso, invece, per eventuali sequestri di animali effettuati in dogana, dove è l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria a occuparsene.

Nel caso locarnese, l’inchiesta sui due proprietari dei 21 cani – una coppia giunta da poco nella nostra regione – è tutt'ora in corso, ci è stato riferito.

Esemplari provenienti dall’Ucraina

Pure la Protezione animali di Bellinzona (Spab) è intervenuta sulla vicenda. Lo ha fatto fornendo dettagli sui cani rinvenuti nel locale. “Nadiya in ucraino significa speranza. È così che i nostri volontari hanno chiamato il piccolo pincer, cieco e con gravi malformazioni ossee sequestrato a Locarno assieme ai suoi 21 (!) compagni tutti probabilmente provenienti dall’Ucraina e importati, verosimilmente, illegalmente attraverso l’Italia. Un’altra triste storia, in Ticino, di sofferenze e maltrattamenti scoperta dall’Ufficio del veterinario cantonale. La segnalazione – ricorda la Spab – era partita da alcuni inquilini della palazzina che, disturbati dal nauseante odore e dal continuo abbaiare dei cagnolini, hanno avvisato l’amministrazione, la polizia e la Protezione animali di Locarno. Coinvolto l’Ufficio del veterinario cantonale, è stato eseguito un controllo che ha portato alla luce il grave episodio di maltrattamento ma, soprattutto, di presunto traffico illegale di animali. I cani erano tenuti in questo appartamento completamente vuoto e sarebbero stati quasi sicuramente venduti nel periodo natalizio a persone noncuranti della provenienza dell’animale e delle sofferenze subite, come regalo da mettere sotto l’albero”. Il triste fatto richiama alla memoria il caso di Pregassona dove erano stati trovati 18 cani in pessime condizioni. Questa volta, magra consolazione, l’appartamento non era stato trasformato in discarica e le condizioni igieniche erano relativamente migliori”.

La Spab, in conclusione, sconsiglia, per l’ennesima volta, fermamente l’acquisto di cani di dubbia provenienza e invita a segnalare presunti traffici. 

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