Locarnese

Minusio, Corso per adulti di sushi con... ospite sgradito

Al momento della degustazione dal pesce crudo spunta un vermetto. Le misure adottate dal Cantone

Delizia per gli occhi e per il palato (Ti-Press)
14 dicembre 2018
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Ci sia concesso di fare di un vermetto una montagna, per raccontare una vicenda – a lieto fine – avvenuta il 4 dicembre scorso a Minusio. Dieci persone, armate di doti culinarie e con una passione per il pesce crudo, partecipano a una lezione proposta dai Corsi per adulti del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs), per imparare a confezionare delicati bocconcini di sushi. Tiene la lezione un cuoco esperto, ma qualcosa va storto: al momento della degustazione, da un involtino multicolore esce un vermetto.
La notizia, a quasi dieci giorni di distanza, arriva a ‘la Regione’ per vie traverse. Ne chiediamo conferma alla direttrice dell’istituto della formazione continua (di cui fanno parte i Corsi per adulti), Manuela Courbon: «Sono doverose alcune premesse. A tenere la lezione è stato un cuoco che da anni dà corsi di cucina, di gastronomia e di sushi. Il pesce crudo, acquistato il venerdì in un supermercato ticinese, ha subìto un congelamento a meno venti gradi per almeno 72 ore. Così si deve fare per poterlo consumare e così è stato fatto. Martedì la materia prima era pronta e quindi si è svolto il corso». Dopo la fase di preparazione e l’impiattamento è stata imbandita la tavola per la degustazione. Una meraviglia anche per gli occhi, tanto che alcuni partecipanti hanno scattato delle fotografie.
Neanche il tempo di afferrare le bacchette di bambù che qualcuno nota un verme sbucare da un “nigiri” (un cucchiaio di riso compattato su cui poggia un taglio sottile di pesce crudo).


Probabilmente un Anisakis


«A quel momento il cuoco, dopo aver gettato lo sgradito ospite nella pattumiera e aver rassicurato i commensali sull’eccezionalità del fatto (“è la prima volta che mi capita”, ha detto), ha lasciato ad ognuno la scelta: mangiare o non mangiare. In molti hanno scelto la prima opzione», continua Courbon. Il giorno dopo una di loro, con professione nel settore sanitario, assalita dai dubbi ha chiamato l’animatrice dei corsi di Minusio, la quale ha avvertito Courbon, che ha segnalato il fatto al laboratorio e al medico cantonali a alla direzione del Decs. «Da un’immagine scattata al verme uscito dal “nigiri” si è stabilito che poteva trattarsi di un nematodo appartenente al genere Anisakis. Oltre ad essere molto resistente (sembra sia capace di sopravvivere a una cottura al microonde) può effettivamente provocare dei sintomi spiacevoli». Dopo tale constatazione è partita una serie di contromisure: «La fase acuta di solito si manifesta nelle prime 48 ore. Mentre l’incubazione di eventuali uova depositate da un verme ingerito può durare alcuni giorni: in questo caso, stando al medico cantonale, i sintomi avrebbero potuto manifestarsi tra l’8 e il 12 dicembre». Ma così non è stato. «Ho scritto una lettera a tutti i partecipanti, ai quali – detto per inciso – è stato rimborsato il costo del corso, inserendo un paragrafo con le indicazioni da fornire al proprio medico curante di fiducia nel caso fossero insorti i sintomi, che l’ingestione di questo parassita avrebbe potuto provocare. Un agire doveroso che sottolinea la serietà con la quale da 55 anni gestiamo gli oltre mille corsi per adulti che ogni anno contano più di 13mila partecipanti». Risultato: un partecipante ha risposto ringraziando per le informazioni; nessuno, per fortuna, ha segnalato problemi di salute. Il corso sushi verrà riproposto.

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