Locarnese

Lavoro e integrazione, Aress 2030 cala il poker

Quattro donne per quattro progetti. L'iniziativa di un gruppo di professioniste per perseguire gli obiettivi della Convenzione dell'Onu

5 febbraio 2018
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Un grande impegno, ma carico di passione. Così si presenta il “cahier des charges” dell’Associazione regionale di sviluppo sostenibile Aress 2030, con sede a Minusio. Un impegno finalizzato a nobilitare il lavoro anche quale strumento d’integrazione – non soltanto interculturale, ma anche sociale – puntando sulla forza delle risorse umane. In mano, i 17 obiettivi della Convenzione internazionale dell’Onu, cui la Svizzera ha aderito girando il compito di promuoverli ad associazioni ed enti capaci di inventarsi delle iniziative. Cosa che Aress 2030 ha per l’appunto fatto, lanciando 4 progetti affidati ognuno ad una delle socie fondatrici: il Progetto sfuso a Pamela R. Baeriswyl-Merlini, il progetto Co-Working Baby a Tatjana Roncolato, il progetto Welcome Ticino a Raquel Estefania Mangione e il progetto Volontariato a Fausta Ghidossi.

Il Progetto sfuso riguarda la vendita di prodotti locali, a chilometro zero, senza imballaggio e si traduce per ora nell’apposito mobile inserito alla Bottega dei Monti a Locarno-Monti. L’intenzione è estendersi più capillarmente sul territorio sfruttando altri punti vendita e possibilmente creandone anche uno proprio. L’obiettivo socialmente rilevante è favorire l’integrazione nel mondo del lavoro di chi per questioni di età, origine o mancanza di qualifiche fatica a posizionarsi. Questo mese dell’iniziativa si occuperanno tra l’altro anche gli studenti della Supsi nell’ambito dei loro “progetti in azienda”. Il progetto Co-Working è un uovo di Colombo: consentire a donne e uomini di riconciliare la vita professionale e quella familiare, sfruttando uno spazio in cui il genitore possa svolgere il suo lavoro, mentre Aress 2030 si prende cura, a prezzo “politico”, della prole, con un servizio di baby-sitting. Il Co-Working è già attivo, da oggi, ogni lunedì dalle 9 alle 11 allo Spazio Elle di Locarno.

Abbiamo poi il progetto Welcome Ticino: uno sportello di accoglienza dove il primo elemento ad emergere è il calore umano; dove chiunque può chiedere informazioni senza doversi vergognare per le proprie difficoltà di comunicazione, anche di tipo linguistico, e può farsi aiutare nella compilazione di formulari e nell’espletazione di atti burocratici. Il servizio è personalizzato, destinato ad immigrati o persone anziane e si riserva di tracciare, per chi ne fa richiesta, una “mappa” della rete sociale e istituzionale esistente, indirizzando la persona verso il servizio giusto per il tipo di esigenza.

A mo’ di “cappello” sui tre progetti appena descritti abbiamo infine il progetto Volontariato, che vuole distribuire “saperi e competenze” di chi ha già maturato una certa esperienza nella comunità, sotto forma di partecipazione volontaria ad attività diverse. L’unica ma importante nota mancante in questo “concerto” di ottime intenzioni è una sede confacente in cui poter raggruppare le iniziative; una sede in cui Aress 2030 possa essere identificata e raggiunta con facilità. «Il nostro appello va a qualche benefattore che disponga, nel Locarnese o nel Bellinzonese, di spazi adeguati e che abbia la bontà di concederli, se non gratuitamente, almeno a un prezzo molto favorevole – dice Pamela R. Baeriswyl –. Va infatti ricordato che la base di Aress 2030 è il volontariato e non c’è alcuno scopo di lucro». Chi potesse fare la felicità dell’associazione scriva a info@aress2030.ch, oppure chiami lo 077 446 51 63 (riferimenti validi anche a chi voglia far capo ai servizi proposti).

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