Locarno

Michele Dedini: 'Colpo di coda degli avversari'

(Gabriele Putzu)
9 giugno 2017
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«Quando l’edificazione sta procedendo per il meglio vengono allo scoperto, con un ultimo colpo di coda, gli avversari del progetto. È triste. Non ho ancora ricevuto ufficialmente copia dell’istanza, ma questa notizia – corredata da elementi che rasentano la calunnia, nonostante non capisca cosa si voglia imputare a una decisione operativa di una società di diritto privato – mi fa molto arrabbiare. Chi sta a monte si dovrà assumere tutte le responsabilità delle sue azioni». Lo afferma Michele Dedini, al quale abbiamo posto alcune domande.

Lei è direttore della Palacinema Sa e il suo coinvolgimento personale nella Enjoy Ticino Sa, come presidente, evoca un possibile conflitto di interessi. Come risponde?

Enjoy Ticino Sa non ha nulla a che vedere con il Gruppo Enjoy, se non per il fatto che oltre al sottoscritto sono azionisti le stesse persone di Enjoy. La società è stata creata per finanziare alcuni eventi svoltisi nel 2014 (concerto di Bocelli, Public Viewing a Bellinzona durante i Mondiali di calcio), ma da allora non è più operativa. Quando Enjoy Arena ha presentato la sua candidatura per la gestione del Palacinema, proprio per evitare di essere accusato di parzialità, non ho partecipato né alla giuria che ha giudicato le candidature, né alle discussioni in Cda. Se hanno vinto è unicamente perché il loro progetto era più forte.

Sempre a proposito di eventuali conflitti di interesse, emerge che nella Arena Cinemas Ticino Sa è presente, in qualità di membro, Peter Hellstern, fratello di Martin, il donatore privato che con 10 milioni di franchi ha reso possibile la creazione del Palacinema. Martin aveva ripetutamente sostenuto di non voler entrare in linea di conto per la gestione delle sale. Non ritiene il coinvolgimento del fratello almeno poco opportuno?

Coinvolto nel progetto Enjoy Arena è Edi Stöckli, non un membro della famiglia Hellstern. Essendo Stöckli uno dei più importanti gestori di sale cinematografiche in Svizzera, quando la famiglia Hellstern ha deciso di dismettere l’attività in Ticino, ha acquistato il Cinestar a Lugano, rilevando il 100% delle quote e investendo molto. Nel Cda della società, come segno di riconoscimento e di stima e per mantenere un legame con il passato, ha poi coinvolto Peter Hellstern che io non ho mai neanche avuto il piacere di conoscere. Martin Hellstern non è quindi veramente mai stato interessato alla gestione del Palacinema, e ha coerentemente sempre mantenuto questa posizione. Inoltre cercare di tirare dentro Peter Hellstern in questa polemica mi sembra molto inopportuno e fuori luogo.

Nel bando di concorso non si faceva riferimento ad una possibilità di ricorso. Come mai?

La Palacinema Locarno Sa è una società di diritto privato, anche se in mani pubbliche. Le sue decisioni operative non sono quindi di principio appellabili. Diverso è il discorso legato all’edificazione, che – beneficiando di sussidi pubblici – sottostà alla Legge sulle commesse pubbliche. Abbiamo comunque deciso di fare un concorso per la gestione per motivi di opportunità, anche per cercare di risvegliare l’interesse in questa struttura che ha dei grossi vincoli legati all’utilizzo delle sale. Avremmo però anche potuto procedere subito con un’assegnazione diretta, se avessimo avuto già sul tavolo un progetto vincente.

Se l’istanza in Pretura dovesse portare all’annullamento della decisione del Cda, cosa succederebbe?

Dal mio punto di vista l’istanza non dovrebbe neanche essere accolta, ma non sono un giurista e non conosco tutti i meandri del diritto. Nella denegata ipotesi che l’istanza di annullamento fosse accolta, le conseguenze per la Palacinema sarebbero molto gravi, sia dal lato operativo, sia dal lato finanziario, con implicazioni negative anche per il Festival del film. Gli istanti avranno raggiunto unicamente lo scopo di danneggiare la Palacinema, il Festival e il Locarnese intero, e dovranno convivere con questo fardello.