Nel Piano di Magadino il peso dei mezzi agricoli mette sotto pressione i manufatti. Il Municipio di Cadenazzo sta definendo le priorità d'intervento
Il peso degli anni inizia a farsi sentire su diversi ponti presenti sul Piano di Magadino a Cadenazzo. Il transito quotidiano di numerosi veicoli e soprattutto mezzi agricoli, tra cui camion, trattori spesso con rimorchi, ne ha accelerato il processo di invecchiamento e portato alla luce importanti segni di usura. Prima che queste infrastrutture crollino sotto il peso dell’età, il Municipio è intervenuto per risanarli. L’anno scorso, il ponte ‘Al Pian’, situato all’incrocio tra l’omonima via e la Strada 53 è stato ristrutturato poiché non più a norma. «Con una spesa contenuta è stato possibile metterlo in sicurezza e allungarne la durata di vita di una decina di anni e forse anche più», spiega alla ‘Regione’ il municipale Gilles Renaud, capodicastero Opere pubbliche e pianificazione del territorio. La cattiva condizione del ponte era emersa da una perizia strutturale commissionata dall’esecutivo, dalla quale è risultato che pure altri ponticelli del Piano – avendo ormai raggiunto quasi tutti una certa età – presentano problemi più o meno accentuati.
L’analisi ha permesso di identificare due manufatti che per motivi di sicurezza sono già stati chiusi al traffico veicolare e mantenuti accessibili soltanto a pedoni e biciclette. Si tratta del ponticello in via Lischèe, accanto al garage Nessi a ridosso tra la strada cantonale e la Migros, e quello in via ai Cioss in zona agricola. Il primo era utilizzato da diversi automobilisti che, ritrovandosi incolonnati sulla strada cantonale nelle ore di punta, imboccavano quella stradina come scappatoia verso il Piano.
Quello in via ai Cioss invece è molto utilizzato dagli agricoltori, la sua chiusura genera quindi deviazioni, allungando il percorso di trattori e furgoncini che circolano su stradine già molto sollecitate dal traffico. «Abbiamo dovuto chiudere il ponticello a causa dello stato avanzato di usura e quindi per ragioni di sicurezza. In base alle sue condizioni strutturali interne – accertate tramite apposite verifiche – si capirà se sarà possibile intervenire seguendo lo schema del ponticello ‘Al Pian’», rileva Renaud. Una soluzione dunque provvisoria ma a lungo termine. I dettagli, tra cui il costo e le autorizzazioni necessarie, sono allo studio, ma l’idea, spiega il capodicastero, è di mettervi mano il prima possibile dato il grande utilizzo da parte degli agricoltori. Attualmente il Municipio, a seconda del grado di urgenza indicato dallo studio, sta definendo con l’Ufficio tecnico in che ordine intervenire su tutti gli altri ponti, con momentanee chiusure se necessario o altri interventi.
Prima di procedere a una ristrutturazione definitiva dei ponticelli c’è però un altro nodo da sciogliere. Il Consorzio correzione fiume Ticino da diversi anni sta infatti portando avanti il progetto di potenziamento della rete di canali. Obiettivo: adeguare la sezione con più larghezza e profondità per assicurare maggiore capacità idrica in caso di eventi meteorologici estremi. Costo preventivato 60-70 milioni, con i Comuni del piano chiamati alla cassa. «Non possiamo dunque pensare di ristrutturare i ponti in maniera definitiva, visto che gli argini potrebbero essere ampliati e in quel caso saremmo costretti a smantellare quanto costruito», evidenzia il municipale.
Versa in pessime condizioni e necessita di interventi urgenti anche una passerella pedonale e ciclabile molto utilizzata, soprattutto da scolari, situata in Vicolo Nuovo, che collega il comparto delle scuole con via Monte Ceneri. Il Municipio ha licenziato un messaggio con cui chiede al Consiglio comunale di concedere un credito di 345mila franchi per risanarla. Nel messaggio viene spiegato che la pavimentazione è ormai consunta, presenta buchi ed è completamente da rifare, lo stato di conservazione è giudicato nel suo complesso “pessimo e la struttura necessita di un intervento di risanamento o rinnovo a breve”. Non si segnalano al momento “carenze strutturali, ma sotto l’aspetto della durabilità, dopo 50 anni di utilizzo, delle pronunciate carenze sono presenti in tutti i suoi elementi”. Inoltre viene spiegato che: “L’utilizzo della struttura è possibile solo grazie al basso grado di sollecitazioni a cui è sottoposta”. I lavori di ristrutturazione dovrebbero variare tra le sei e le dieci settimane in base al grado di prefabbricazione scelto. L’interruzione del passaggio varierà di conseguenza dalle tre alle sei settimane. L’intervento dovrebbe avvenire tra il prossimo settembre e novembre. Il legislativo dovrebbe votare su questo credito nella prossima seduta, prevista lunedì 28 aprile.