La procuratrice francese titolare dell’inchiesta lo ha spiegato ai media locali: prudente però sulla correlazione tra infarto e sostanza
Hanno evidenziato l’assunzione di alcol e ketamina i test tossicologici eseguiti durante l'autopsia cui è stata sottoposta la salma della 21enne airolose morta per arresto cardiaco lo scorso 12 ottobre durante un rave party organizzato a Trescléoux, nella regione francese delle Hautes-Alpes. Lo rivelano i media francesi ricordando gli effetti allucinogeni della ketamina, farmaco usato in anestesia e molto diffuso durante i rave fra i loro frequentatori.
Tuttavia, la correlazione diretta fra il decesso e la doppia assunzione non sembra essere totalmente accertata. Intervistata dal portale francese ‘Bfm Dici’ che per primo ha dato la notizia, la procuratrice generale di Gap, Marion Lozac'hmeur, ha infatti spiegato che «il referto tossicologico ci dice che la vittima aveva assunto alcol e ketamina a un livello potenzialmente tossico. Questa miscela potrebbe aver scatenato l’infarto».
Soccorsa e trasportata d’urgenza in elicottero all'ospedale di Gap, la giovane era stata dichiarata morta alcune ore dopo. Sentita anche dal canale televisivo ‘France 3’, la magistrata ha detto che il decesso «è probabilmente legato a un avvelenamento dovuto ad alcol e ketamina». La giovane leventinese, molto seguita su Tik Tok con 430mila follower, era partita in treno dal Ticino e aveva partecipato alla festa non autorizzata di musica techno insieme ad altre cinque o seimila persone provenienti da Francia, Italia, Svizzera e Spagna. Non è peraltro dato sapere se le verifiche penali francesi siano sfociate in accuse mosse nei confronti di persone che durante l’evento o in altre circostanze potrebbero averle dato o venduto la sostanza.
Per quanto riguarda la 19enne del Luganese morta il 27 novembre 2022 durante il rave abusivo organizzato alla diga della Roggiasca, sopra a Roveredo, non si conosce ancora l’esito dell’inchiesta penale aperta dalla Procura grigionese, e chiusa lo scorso agosto, a carico degli organizzatori per l’ipotesi di reato di omissione di soccorso. Un 42enne italiano sarebbe stato assolto dalla Procura stessa tramite un decreto di abbandono, al contrario di un 37enne italiano e di un 25enne ticinese. Anche in quel caso la giovane si era sentita male ed era stata poi trasportata all’ospedale da alcuni presenti soltanto durante la mattinata di domenica quando ormai era troppo tardi, le cure prestatele non le furono d’aiuto.