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‘Ha consumato coca ed è stato brutale. E la legge non ci tutela’

Parla una prostituta di Castione che l’anno scorso ha avuto fra i suoi clienti il 27enne omicida di Lodrino. Il Dipartimento replica: ‘Normativa adeguata’

(Ti-Press)
28 gennaio 2025
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«Non ho mai avuto problemi, in genere i clienti si comportano bene e in un solo caso ho avuto a che fare con un ragazzo dai modi brutali. È successo l’anno scorso con l’autore del delitto di Lodrino. In precedenza, durante un nostro primo incontro avvenuto sempre qui a Castione, era andato tutto bene. Si era comportato correttamente. Al contrario, l’anno scorso ho faticato a gestirlo. Una volta entrato ha consumato cocaina. Gli ho detto che sarebbe finito male. Lui non ha risposto e mi ha intimato di non dirlo a nessuno. Poi... durante il rapporto è stato brutale. Non mi ha aggredita né picchiata, ma è stato violento. Ho dovuto gestirlo, calmarlo, farlo rientrare in sé. Momenti concitati durante i quali ho avuto paura. Scriveva spesso anche ad altre colleghe, chiedeva che andassero a casa sua. Ma la voce sulla sua pericolosità si era sparsa e più nessuna gli rispondeva». Al telefono una delle prostitute attive al Motel di Castione, noto ritrovo erotico, ci racconta quanto capitatole nel 2023 e ’24 col 27enne che domenica notte nel proprio rustico sopra Lodrino ha accoltellato a morte una prostituta rumena di 21 anni residente in Italia per poi spararsi con un fucile da caccia. Tentativo di suicidio fallito, con tanto di ricovero al Civico di Lugano dove le sue condizioni, molto critiche, registrano un lieve miglioramento. Ciò che però al momento non consente ancora agli inquirenti di interrogarlo, sempre che una volta eventualmente giudicato fuori pericolo il giovane possa tornare a parlare.

Venerdì sera invitata per un intero weekend: ‘Forse era lui’

Chi parla, lanciando anche un appello, è invece l’operatrice del sesso a pagamento che afferma di averla vista davvero brutta l’anno scorso. In linea generale, aggiunge, «non è raro ricevere inviti da clienti che chiedono rapporti a casa loro o in luoghi privati indicati da loro. In passato ci andavo, perché pagano meglio. Ora, dopo quanto successo, non ci andrò più. Una coincidenza: proprio venerdì sera sono stata tempestata di messaggi per una prestazione a domicilio per l’intero weekend. Mi chiedeva quanti soldi volessi. Ritenendo la situazione troppo rischiosa non ho risposto. Poi la domenica abbiamo saputo quello che è capitato in quel rustico. Non ne ho le prove, ma temo che a scrivermi venerdì sia stato proprio il 27enne di Lodrino», segnalato sulla lista nera delle prostitute come cliente violento, e perciò anche ‘bannato’.

‘Obbligare l'uso di agenzie di sicurezza’

Richieste di rapporti a domicilio, prosegue la nostra interlocutrice confermando quanto abbiamo scritto ieri, sono in aumento in Ticino e fra le operatrici la preoccupazione monta perché «non si sa mai cosa può succedere». In effetti, anche per evitare i noti problemi di convivenza del passato verificatisi nei quartieri abitati, la nuova Legge cantonale sulla prostituzione entrata in vigore nel luglio 2019 insieme al relativo regolamento di applicazione impedisce la pratica del meretricio in appartamenti situati nelle zone residenziali che il Piano regolatore destina in misura preponderante all’abitazione. Dove questo non viene specificato, il singolo appartamento può essere usato per la prostituzione senza necessità di autorizzazione ma occorre registrare i dati del proprietario e del locatario, ciò che spesso induce i primi a desistere riducendo così sul territorio il numero di alloggi a disposizione. Come fa l’acqua, che davanti a un ostacolo cerca spazi per aggirarlo, la nuova legge ha quindi indotto il mercato della prostituzione a orientarsi sulle prestazioni a domicilio del cliente. Il quale si sente forse un po’ più libero di fare ciò che vuole. «Perciò – evidenzia la nostra interlocutrice di Castione – confido che la politica si chini sul tema per individuare qualche correttivo. Fra questi suggerisco anche l’obbligo, per i gerenti dei locali erotici, di incaricare delle agenzie di sicurezza. In caso di bisogno, un pulsante nelle camere del motel ci consente di dare l’allarme. Di giorno o la sera vi è la garanzia di un intervento, ma non durante la notte».

IL CANTONE

Il quadro legislativo e il caso Lodrino

Dipartimento istituzioni e Consiglio di Stato, dapprima nella procedura di approvazione e poi ancora il 3 febbraio 2021 rispondendo all'interrogazione del deputato Matteo Quadranti, hanno sempre detto e ribadito che la nuova legge ha, fra gli altri, lo scopo di “proteggere dallo sfruttamento e dalla violenza le persone che esercitano la prostituzione”. Il caso Lodrino sembra dimostrare che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto.

Considerando i nuovi paletti autorizzativi per appartamenti, e viste le dichiarazioni di operatrici proprio su questo punto e sull'aumento di richieste dei clienti per rapporti a domicilio, il dipartimento sta riflettendo sulla necessità di modificare legge e regolamento nell'ottica di contenere situazioni a rischio?

La normativa vigente in materia – ci risponde la direzione del Dipartimento istituzioni – ha permesso di fornire un quadro legale chiaro e moderno per quanto riguarda l’esercizio della prostituzione a livello ticinese. Questo a favore delle persone che si annunciano alla Polizia cantonale. In quest’ambito il poter esercitare in luoghi idonei, quali i locali erotici e gli appartamenti autorizzati, offre maggiori garanzie di tutela sia a livello sanitario sia per quanto riguarda la sicurezza della professione. L’odierna legge tutela inoltre l’ordine pubblico evitando situazioni conflittuali sia a livello pianificatorio, attraverso zone dedicate, sia con la popolazione, grazie a luoghi specifici dove esercitare.

Però una prostituta da noi intervistata spiega che l'omicida di Lodrino risulta sulla loro black list in quanto cliente violento. Dipartimento e polizia sono al corrente di questa lista nera? Intendono chiederne l'accesso per individuare e avvicinare i clienti più problematici? E ancora: il fatto che le prostitute debbano organizzarsi con un loro canale informativo non dimostra sfiducia nei confronti delle forze dell'ordine? Cosa s'intende fare per agevolare le segnalazioni alla polizia?

Le persone che si sentono minacciate e/o che hanno subito atti di violenza, non solo per quanto riguarda l’esercizio della prostituzione, possono segnalare l’accaduto alla Polizia cantonale e inoltrare relativa denuncia a tutela della loro incolumità fisica.

Prenderete in considerazione l'auspicio affinché i titolari di ritrovi erotici siano obbligati a incaricare agenzie private di sicurezza?

Trattandosi di attività private il limite di manovra è ristretto. Tenendo conto di questo, la domanda deve essere posta ai titolari dei ritrovi erotici.