Il giorno dopo la direzione della Scuola speciale cantonale con classi al Palasio di Giubiasco riflette su quanto accaduto
All’indomani dalla scomparsa del bambino di sei anni – poi ritrovato in serata – dal cortile esterno della Scuola elementare del Palasio di Giubiasco, ci s’interroga sull’accaduto. Affetto da disturbo autistico, l’allievo è iscritto in una classe a effettivo ridotto (5 o 6 alunni) di scuola speciale gestita dal Cantone, che trova spazio all’interno dell’edificio del Palasio in cui si trova anche la scuola comunale. Terminato il momento di mensa per il pranzo, le docenti e il docente della classe del bambino in questione si sono fermati nel parco – accessibile anche al pubblico – per un momento di socializzazione e di gioco con altri bambini. Docenti «che, in considerazione dell’importante bisogno di attenzione, svolgono con molta prudenza le attività all’aperto», afferma a ‘laRegione’ Mattia Mengoni, capo Sezione della pedagogia speciale del Cantone. «Malgrado il livello di attenzione elevato, l’alunno in questione si è allontanato in autonomia dal parco giochi» verso le 14. Ricordiamo che dopo intense ricerche da parte della polizia e numerose persone residenti nella zona, il bambino è stato ritrovato poco dopo le 19 in buone condizioni mentre camminava nell’acqua in un tratto facilmente raggiungibile a piedi del vicino riale Fossato. «Questa mattina ci siamo più che altro dedicati all’accoglienza degli allievi e dei docenti e il clima è sereno e tranquillo», spiega da noi raggiunta Marika Imberti, direttrice dell’Istituto della Scuola speciale cantonale (Ssc) del Sopraceneri. A docenti e alunni è stato garantito il supporto necessario dai servizi specifici. «La Sezione della pedagogia speciale e la scuola stanno ricostruendo nei dettagli l’accaduto, anche per capire quali misure possono essere prese per evitare che ciò accada nuovamente», precisa Mengoni. «Il livello di attenzione è già molto alto; l’analisi di quanto accaduto sarà però fondamentale per capire dove è possibile migliorare il nostro agire».
Per quanto riguarda la collaborazione con la scuola ordinaria «è regolare sia nelle attività didattiche che negli scambi informali ed è per gli alunni una grande ricchezza», prosegue Mengoni. «Nel limite del possibile gli orari combaciano con quelli della scuola regolare proprio per favorire momenti di scambio e socializzazione», compresa quindi la ricreazione. E come viene garantita la sorveglianza? «Dai docenti. Queste classi necessitano di un rapporto presa a carico maggiore rispetto agli altri sia per garantire un progetto didattico e pedagogico adeguato sia una corretta sorveglianza».
Lunedì per i bambini delle Elementari la ricreazione, prevista tra le 15.15 e le 15.30, si è svolta all’interno: «Verso le 15 la polizia mi ha chiesto di evitare che i nostri allievi trascorressero la ricreazione all’esterno, questo per facilitare le ricerche ancora in corso e per evitare di inquinare le tracce olfattive», spiega Alan Bognuda, direttore della Zona verde delle scuole comunali. Nelle ricerche sono infatti stati impiegati i cani molecolari, come spesso accade nei casi di scomparsa di persone. Il bambino è però stato trovato in serata da una donna che si era attivata nelle ricerche insieme alla figlia, come molte altre persone residenti nel quartiere. Di casa nelle immediate vicinanze, le due avevano infatti letto l’appello che stava circolando sui social.
Come noto il bambino scomparso e poi ritrovato soffre di un disturbo autistico. Di conseguenza frequenta una classe dell’Ssc del Sopraceneri che assicura la scolarizzazione di bambini e ragazzi (dai 6 ai 16 anni) che presentano bisogni educativi particolari. Concretamente, su tutto il territorio, il numero di allievi si aggira tra 240-250, suddivisi in una quarantina di sezioni condotte da una novantina di docenti. Sezioni che sono inserite nelle sedi delle scuole dell’infanzia, elementari o medie. Nella sede del Palasio ci sono una sezione inclusiva (dove 3 o 4 bambini con bisogni educativi particolari sono inseriti in una classe regolare) e tre classi a effettivo ridotto (scuola speciale), per un totale di 25 alunni. Le classi a effettivo ridotto sono dedicate ad alunni «che necessitano una personalizzazione del percorso scolastico», spiega Mengoni. «Per loro la classe regolare può non essere il contesto adatto per gli apprendimenti. E’ un’offerta più protetta che permette lo sviluppo degli alunni con necessità di sostegno importanti».