Bellinzonese

'L'ex oratorio sia un primo passo per la Casa delle culture'

Il Ps auspica che il Municipio non si limiti all'occupazione degli stabili di Giubiasco. Malacrida: 'per il momento ci concentriamo su questo progetto'

28 novembre 2020
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L’occupazione dell’ex oratorio di Giubiasco sia solo un primo passo. È quanto auspica il Partito socialista di Bellinzona, sezione che segue con molto interesse le riflessioni in corso volte a definire i contenuti dei locali dove il Municipio ha dato disponibilità a realizzare una Casa delle culture e delle associazioni. Un luogo d’incontro intergenerazionale – che ancora manca sul territorio comunale – dove troveranno spazio attività aggregative, sociali e culturali. Da metà settembre il gruppo di lavoro creato appositamente dall’Esecutivo sta definendo la propria idea per i due stabili che attualmente si presentano vuoti. L’ex oratorio di Giubiasco è suddiviso in tre edifici, uno dei quali – quello originale risalente al 1939 – già occupato dal centro diurno per anziani, disabili e persone sole gestito dalla Fondazione Vita serena.

'Dimensioni più ridotte rispetto all'ex ospedale'

Dopo l’approvazione della mozione presentata dai Verdi – appoggiata anche dall'Unità di sinistra – che ne chiedeva la realizzazione, la Casa delle culture era inizialmente prevista all’ex ospedale di Ravecchia. Lo scorso giugno questa opzione era però sfumata a causa dell’esigenza della Confederazione (proprietaria dello stabile) di realizzare la seconda sede della Corte d’appello del Tribunale federale. Il Municipio aveva quindi virato su Giubiasco. Pur sostenendo questa alternativa, «ci si rende conto che la dimensione dell'ex oratorio è molto più ridotta rispetto agli spazi che questo progetto avrebbe avuto all'ex ospedale – afferma interpellata dalla 'Regione' la presidente sezionale del Ps Martina Malacrida Nembrini –. Ci piacerebbe che il Municipio non si accontenti. A nostro parere il discorso rispetto alla Casa delle culture non deve infatti terminare con l'occupazione di questi stabili, che non possono ospitare tutti i contenuti che inizialmente si ipotizzavano all'ex ospedale, come ad esempio la presenza di un centro giovanile. A Giubiasco anche la superficie destinate alle associazioni è molto più ridotta». 

'Occasione da non perdere, poi si vedrà'

Ovviamente anche il Dicastero educazione e cultura segue con interesse le riflessioni sui futuri contenuti. «Ci sarà bisogno di altri spazi? Immaginarlo è più che legittimo – risponde interpellato dalla 'Regione' il capodicastero Roberto Malacrida, che sull'eventualità di un progetto in rete risponde: «Di principio, non sarei contrario all’idea che un domani si possano immaginare altri luoghi. Ma per il momento vogliamo essere pragmatici e concentrarci sull'occupazione ottimale di questi stabili. Come sappiamo, è purtroppo sfumata la soluzione più idonea che avevamo immaginato all’ex ospedale. Ora, mi sembra però importante, così come per tutti gli aspetti della vita, cominciare a seminare e realizzare un progetto culturale della nuova Bellinzona, che possa essere concretizzato al più presto almeno nei suoi contenuti più importanti. L’ex oratorio di Giubiasco è infatti una bellissima opportunità. Sarà una struttura nuovissima, ubicata in un luogo non lontano dal centro e che presenta anche il vantaggio di avere al suo interno gli ospiti di Vita serena. Una presenza che va proprio nella direzione di un centro intergenerazionale». 

L'esempio de La Filanda

In attesa di conoscere il rapporto del gruppo di lavoro (che sarà consegnato al Municipio nei prossimi giorni), il capodicastero ci trasporta in quella che sarà la dimensione di fondo del progetto a Giubiasco, simile a quella del centro La Filanda di Mendrisio che, dalla sua inaugurazione nel 2018, ha avuto grande successo. «Ci sarà una bella biblioteca innovativa, con uno spazio di frequentazione aperto a giovani, anziani e anche agli allievi delle scuole. La sala del teatro potrebbe poi essere messa a disposizione di eventi scenici, conferenze, ma pure per la proiezione di documentari. Personalmente opterei per una sala duttile e adattabile a ogni esigenza, grazie a pedane mobili, previste a forcella idraulica o dotate di gambe di diverse altezze. Non si prevede invece una vera e propria sala per il Circolo del cinema, poiché le infrastrutture necessarie per garantire una buona qualità costerebbero troppo. Mi auguro che la sala possa essere utilizzata anche da parte del Teatro Sociale per le prove delle proprie produzioni, naturalmente in accordo con la Parrocchia per quanto riguarda la distribuzione dell’occupazione delle giornate/serate. Gli spazi potranno poi senz’altro ospitare alcune attività organizzate dalle associazioni interessate. Vita serena dispone inoltre di un bar che potrebbe essere frequentato anche dai visitatori della Casa delle culture con una modalità intergenerazionale». Quanto al centro giovanile, l'opinione personale di Malacrida è che possa essere collocato altrove, come luogo dedicato soltanto alle giovani generazioni. 

Oltre al capoprogetto, fanno parte del gruppo di lavoro la promotrice culturale della città e i rappresentanti di Commissione consultiva cultura, Commissione consultiva giovani, Parrocchia di Giubiasco, Fondazione Vita serena, Associazione di quartiere di Giubiasco, Commissione della gestione e Commissione edilizia. Sulla base del rapporto, il Municipio elaborerà un messaggio per la richiesta di un credito supplementare. Ciò che farà riprendere il cantiere, fermo dalla scorso aprile a seguito dei sorpassi di spesa. Il superamento previsto allo stato attuale rispetto al progetto iniziale è del 29% in più, da circa 8 milioni di franchi a 10,3. 

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