Bellinzonese

Bellinzona: quel gigante vandalizzato più volte

Il caso della scultura presa di mira a Villa dei Cedri solleva dubbi sul futuro delle opere d'arte nel parco. Sfuma anche il progetto di un bar al museo

Le dita amputate due giorni fa (Foto Regione)
27 ottobre 2020
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Prima la gamba mozzata, poi un dito medio amputato e ora altre tre dita della mano sono state staccate. Dire che il gigante esposto nel parco di Villa dei Cedri è stato preso di mira dai vandali è riduttivo. Sono infatti numerosi gli episodi incresciosi ai danni dell’opera dell’artista parigino François Malingrëy, intitolata ‘Le Jardinier aux fleurs gisantes’, che verrà smontata, come previsto, tra un paio di settimane e restituita al suo ideatore. L’ultimo quello avvenuto domenica, quando qualcuno ha deciso di amputare altre dita della statua che ora si presenta con la mano sinistra con solo il pollice. Come nel caso della gamba, che lo scorso luglio era stata posata sul ventre del gigante da chi l’aveva rotta e il dito medio rotto una decina di giorni fa, pure rinvenuto sul luogo del misfatto, anche in questo ultimo caso non si è riusciti a risalire al responsabile del danno. E come già avvenuto con la gamba e in accordo con l'artista, le parti rotte verranno dipinte di rosso. Ma la maleducazione non finisce qui: anche il cartello con la didascalia di quell’opera e di un’altra in marmo sono stati staccati e gettati nel parco.

Seduti sull’opera per un selfie

Un esempio emblematico è quello verificatosi sabato scorso, quando quattro donne si sono sedute sul gigante per scattarsi dei selfie. Sono state prontamente redarguite dalla responsabile di cassa del museo, che le ha esortate a scendere dalla statua e ha indicato loro il cartello che vieta di toccare l’opera d’arte. Le donne però si sono alterate e non hanno accettato di buon grado la critica. A quel punto, la cassiera ha scattato loro una foto, e le ha rimproverate, dicendo che avrebbe potuto denunciarle alla polizia. Il quartetto non ha accettato l’osservazione e dopo un po’ sono entrate nel museo e hanno a loro volta scattato una foto alla cassiera con fare intimidatorio, dicendole che così anche loro avevano una sua foto. «Per la nostra dipendente è stato uno choc», afferma Carole Haensler, direttrice di Bellinzona Musei, che ammette d’essere abbastanza disorientata da questi atteggiamenti. E questi sono solo gli ultimi di una lunga serie di episodi irrispettosi ai danni delle opere esterne; la direttrice cita infatti il caso di bambini che si divertivano a giocare allo scivolo sul gigante con i genitori nei paraggi incuranti delle possibili conseguenze, ma anche gruppi di ciclisti che hanno appoggiato le biciclette alla scultura per scattarsi dei selfie. «È come se non viene riconosciuto il valore delle opere, e questo purtroppo non accade solo da noi ma sembra essere un fenomeno globale». Se da un lato queste opere di arte contemporanea possono indurre il visitatore a banalizzarne l’importanza, dall’altro è evidente l’interesse che hanno suscitato nel pubblico. Il gigante in particolare ha attirato molte persone nel parco e alcune di esse hanno poi iniziato a frequentarlo regolarmente. Tuttavia, riconosce Haensler, in futuro sarà molto importante valutare che tipo di opera installare e discutere di eventuali rischi di vandalismo anche con gli artisti. Tra i progetti riguardanti il parco vi era in previsione di piantare delle specie botaniche particolari e proporre lezioni sulla biodiversità «ma alla luce degli ultimi episodi incresciosi valuteremo attentamente il da farsi». La posa di telecamere nel parco è esclusa per questione di costi ma non solo; la volontà è che l’area esterna del museo rimanga libera e accessibile a tutti senza dover essere sottoposta a controlli di sicurezza. 

Niente bar ma nuovi spazi in arrivo

Il Café nel parco non si farà. Il progetto di massima per un piccolo bar all’esterno del museo era stato elaborato lo scorso anno da un architetto, ma per poter essere realizzato era necessario liberare gli spazi al pianterreno della dépendance dove ora si trovano gli uffici del museo. Questi uffici avrebbero dovuto traslocare all’ex ospedale di San Biagio che la Città stava per acquistare da Armasuisse. Trattative che sono però sfumate, e di conseguenza gli uffici sono rimasti nell’attuale ubicazione. L’idea per il futuro è quindi di potenziare il servizio bar già esistente all’entrata del museo. Nella dépendance doveva trovare spazio anche una sala conferenze da cinquanta posti, ma per questo progetto è prevista una soluzione alternativa. Si tratta dell’ex casa del custode che è rimasta libera e che verrà sottoposta a lavori nella prima parte del prossimo anno. Verrà ricavato così uno spazio per la sala conferenze che potrà anche essere affittata ma anche un laboratorio per attività per bambini e ragazzi che attualmente si tengono all’interno del museo. Anche questo spazio potrebbe venire affittato ad esterni che intendono organizzare attività legate all’arte e alla natura. Infine, un’altra novità è in previsione per l’anno prossimo; in primavera sarà disponibile un’audioguida sul parco, sulla sua storia e con una descrizione delle specie botaniche presenti.

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