Bellinzonese

Giornico, più sicurezza sull'A2 con il Centro veicoli pesanti

Sul comparto dell'ex Monteforno entra nel vivo il cantiere della futura base per controllare i tir che transitano verso il San Gottardo

L'attuale situazione del sedime (foto Ustra)
2 ottobre 2020
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Dopo due anni di lavori preparatori entra davvero nel vivo il cantiere per la realizzazione del nuovo Centro di controllo dei veicoli pesanti (Ccvp) in quel di Giornico. Precisamente sul sedime dell'ex acciaieria Monteforno dove a partire dal 2022 (anno in cui avverrà la messa in funzione del nuovo centro) i tir che circoleranno in direzione Nord saranno obbligati a sostare: per tutti i mezzi avverrà un controllo generico, e solo una parte di essi sarà poi sottoposta a verifiche più approfondite. Grazie al progetto da circa 250 milioni finanziato quasi interamente dall'Ufficio federale delle strade, i flussi dei mezzi pesanti in direzione del San Gottardo saranno gestiti con una logistica più affinata, con partenze scaglionate dei veicoli al fine di migliorare il dosaggio dei mezzi pesanti in direzione del tunnel autostradale. Il centro presenterà poi un ampio posteggio per la pausa notturna, molto più confortevole rispetto a quella odierno, con gli autisti che avranno a disposizione servizi igienici e locali doccia. Sarà presente anche un'infermeria. 

Maggiore sicurezza sull'A2: questo in sintesi l'aspetto chiave del progetto presentato questa mattina sull'area del cantiere, dove committente, autorità e addetti ai lavori si sono dati appuntamento per posare - seppur all'interno del capannone a causa della pioggia battente - la prima simbolica pietra del Ccvp. «L'obiettivo primario è quello di prevenire situazioni di pericoli su un asse, quello del San Gottardo, dove ogni anno transitano circa 650mila veicoli pesanti», ha sottolineato Matteo Cocchi, comandante dalla Polizia cantonale alla quale sarà affidato il centro. Controlli puntuali saranno svolti su componenti tecniche dei veicoli, merce trasportata e stato psicofisico degli autisti. Attualmente in direzione nord, i veicoli pesanti vengono fermati e controllati nella misura dell'1% circa; con il nuovo Ccvp, è stato spiegato questa mattina, circa il 5-10% del traffico pesante complessivo sarà sottoposto a controlli approfonditi. Il Centro di Giornico, ha sottolineato Cocchi, rafforzerà ulteriormente la collaborazione con i colleghi del Canton Uri, che dall'altra parte della galleria dispongono già di un centro come quello in costruzione in Bassa Leventina che permette alla Polizia urana di gestire il traffico pesante in direzione Sud. Il Ccvp sull'area dell'ex Monteforno sarà uno tredici centri per la gestione del traffico pesante attraverso le Alpi che la Confederazione sta realizzando in tutta la Svizzera.  

Una cinquantina di nuovi posti di lavoro

«Nonostante sia un progetto di competenza dalla Confederazione, il Cantone lo ha sempre sostenuto, stanziando 5 milioni di franchi, conscio dell’importanza di poterla realizzare proprio qui, in Leventina», ha dal canto suo evidenziato il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. «I servizi cantonali stanno già svolgendo tutti i lavori preparatori per avere effettivi formati appena conclusi i lavori», ha aggiunto il direttore del Dipartimento delle istituzioni. Inizialmente a Giornico saranno attivi 16 agenti e 35 assistenti di polizia, i quali avranno moderne apparecchiature a disposizione. 

Iter lungo', 'ma finalmente ci siamo'

A distanza di 17 anni, hanno gioito il capo della filiale Ustra di Bellinzona Marco Fioroni e il vicedirettore generale di Ustra Guido Biaggio, finalmente si parte con la costruzione dei tre edifici del Ccvp. Lungo e non privo di inghippi è infatti risultato l'iter del progetto del Ccvp. Tutto iniziò nel 2003 quando il Dipartimento del territorio aveva elaborato le basi progettuali, definendo le dimensioni e il funzionamento del centro attraverso uno studio di varianti. Nel 2004 il CdS aveva quindi autorizzato l'allestimento del progetto esecutivo, successivamente ripreso, adattato e ripubblicato dall'Ustra nel 2008 nel quadro di passaggio di proprietà delle strade nazionali dai Cantoni alla Confederazione. Il progetto è poi stato approvato definitivamente nel 2013 dal Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec). Successivamente non sono mancati i ricorsi, e le complicazioni date dall'inquinamento del terreno dell'ex acciaieria. La bonifica del terreno è iniziata nel 2018 e, come spiegato dal capoprogetto del Ccvp Diego Bettoni, attualmente risulta completata nella misura dell'85%. Si procederà a completarla nei prossimi mesi. L'omonimo centro urano di Ripshausen è già in funzione da una decina d'anni, all'immagine delle complicazioni incontrate per il centro di Giornico nel trovare un'ubicazione idonea, nel superare le opposizioni dei ricorsi e risanare i terreni inquinati. 

Biaggio ha poi ricordato come nel 2004 il Consiglio federale abbia sottolineato a più riprese l'importanza dell'aumento della vigilanza, anche alla luce dei tragici incidenti nel tunnel del San Gottardo del 2001 (quando un autista di un tir ubriaco invase la corsia comportando il decesso di 11 persone) e del traforo del Monte Bianco nel 1999 (quando, a causa dell'acido di cianuro esalato nell'aria a causa dell'incendio di un camion, morirono 39 persone). 

Il sindaco: 'Che sia una spinta per l'insediamento di nuove aziende'

Il progetto non si limita tuttavia alla costruzione dei tre edifici che nel loro insieme comporranno il Ccvp. Prevede infatti anche tutta una serie di altre opere, come la costruzione di tracciati stradali, ponti, sottopassi (due sono già stati realizzati) e soprattutto il nuovo semisvincolo di Giornico (con tanto di area di servizio) che pure sarà inaugurato nel 2022. Questo elemento, ha sottolineato il locale sindaco Giovanni Bardelli, «risulta una ghiotta occasione per l'insediamento di nuove attività nella zona industriale». In questo senso, ha aggiunto il sindaco, «ci aspettiamo un sostegno determinante da parte delle autorità». Bardelli si è poi felicitato per la bonifica dell'area dell'ex Monteforno, «un tempo simbolo del progresso e dell'indotto di questa zona», che dopo decenni torna a rappresentare potenziale per la Bassa Leventina. 

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