Bellinzonese

I campeggi del Bellinzonese resistono al Covid

L’estate soleggiata ha permesso di registrare una buona affluenza. Da considerare perso il periodo primaverile del lockdown

26 settembre 2020
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Il Coronavirus ha creato difficoltà a diversi settori economici e molte imprese si sono ritrovate ad affrontare situazioni d'incertezza e preoccupazione. Visto l’impatto della pandemia sulle abitudini di vita e sugli spostamenti della gente, uno dei settori più colpiti è stato quello del turismo. Anche il Ticino, meta ambita per il suo clima e i suoi paesaggi, ha dovuto fare i conti con una situazione inaspettata. I campeggi della Svizzera italiana, però, sono riusciti a fronteggiarla, sfruttando soprattutto il periodo estivo e condizioni meteorologiche tutto sommato favorevoli. «È stata una stagione strana – commenta Mladen Burri del Camping di Acquarossa, struttura aperta tutto l'anno e a conduzione familiare dal 1970 –. Da noi l’andamento è stato irregolare. Abbiamo alternato settimane con una bassa affluenza ad altre in cui invece eravamo quasi al completo. Ho visto poi molti turisti di passaggio, rimasti per una sola notte». L’essere stati costretti ad aprire in ritardo rispetto agli altri anni rappresenta il rammarico più grande. «La presenza durante i mesi di luglio e agosto è stata buona – spiega dal canto suo Robin Böni del Campeggio Al Censo, oasi di pace situata nella zona collinare di Claro –. Il problema maggiore è stato rimanere chiusi nei mesi di aprile e maggio. La situazione in seguito è migliorata, anche se a giugno ci sono arrivate delle disdette. Rimangono le perdite del periodo iniziale; dovremo vedere come ammortizzarle».

Per qualcuno più 10% rispetto al passato

Un inizio in salita, quindi, con una ripresa nel periodo successivo, favorita da un clima soleggiato. «Per noi il meteo è fondamentale, è ciò che influisce maggiormente sulle entrate delle nostre strutture – rileva Philippe Cottini, proprietario del camping La Serta di Gudo, piccola realtà che accoglie da lungo tempo affezionati clienti –. Da questo punto di vista possiamo ritenerci soddisfatti. Personalmente, da quando ho aperto, ho registrato entrate del 10% superiori rispetto agli anni passati. Per poter stilare un bilancio definitivo, dovrò però attendere il responso di settembre e ottobre». Se i mesi più caldi sono quelli che incidono maggiormente, non bisogna infatti dimenticare l’importanza del periodo autunnale che coincide con alcune settimane di vacanza delle scuole d'Oltralpe. Sempre a Gudo c'è il Camping Isola, aperto normalmente tutto l'anno: «I giorni di chiusura sono stati giorni persi, è inevitabile – spiega il titolare Giovanni Coppola –. Dispiace soprattutto non aver potuto beneficiare del periodo dell'Ascensione». In estate invece «abbiamo lavorato bene e possiamo ritenerci soddisfatti anche di queste due prime settimane di settembre. Adesso c'è stato un leggero calo, ma è normale. Riusciamo a fare ancora dei buoni numeri nei finesettimana».  «I numeri di questi primi giorni di settembre sono decisamente incoraggianti – spiega Roman Leonardi, gerente del Camping Bellinzona situato lungo il fiume Ticino a Molinazzo e aperto da inizio giugno a inizio novembre –. Mi auguro di mantenere questo trend positivo fino alla chiusura, approfittando anche delle vacanze autunnali delle scuole confederate. Al momento sono fiducioso». Quest’anno il turismo interno, auspicato e incentivato anche dal Consiglio federale, ha ricoperto un ruolo centrale. «Credo che almeno il 90% dei nostri ospiti fossero svizzeri tedeschi – prosegue Leonardi –. È vero che molti di loro trascorrono abitualmente le ferie in Ticino, ma non credo di averne mai visti così tanti».

Il Grigioni può sorridere

L’emergenza Covid-19 non ha riguardato solamente i camping ticinesi. Il campeggio di San Bernardino, situato sopra il villaggio altomesolcinese all'imbocco della strada del passo, si è trovato infatti confrontato con la questione virus, riuscendo però a superarla senza grossi affanni. «Non abbiamo mai chiuso, quindi il nostro caso è un po’ diverso – spiega Giorgio Cereghetti, segretario comunale di Mesocco –. La nostra struttura è composta da 160 postazioni e, pur non disponendo di tutti i dati, posso dire che ci sono stati meno ospiti del solito nel periodo marzo-aprile, anche se parliamo comunque di un numero solo leggermente più basso rispetto al solito. Il calo è stato dovuto anche al fatto che diversi clienti abituali arrivano dalla vicina Penisola e quest’anno gli italiani non sono potuti venire». In seguito, c’è stata poi la ripresa, durante la quale «abbiamo avuto un boom di presenze. Adesso aspettiamo di vedere come evolverà la questione Coronavirus», conclude Cereghetti.

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