Bellinzonese

Bellinzona, Tpf blindato per il processo a un membro dell'Isis

Transennato l'accesso lungo viale Franscini: alla sbarra da domani un iracheno residente nel Canton Turgovia

Viale Franscini blindato (foto Regione)
7 settembre 2020
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Tramite la posa di un 'cordone' di transenne metalliche sul marciapiede che costeggia viale Franscini e di una tenda riservata alla verifica degli accessi, la Polizia cantonale ha blindato questa sera l'entrata del Tribunale penale federale di Bellinzona. Domattina inizia infatti il processo, della durata di tre giorni, a carico di un iracheno accusato dal Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) di avere agito come membro di alto grado dell’organizzazione terroristica Stato islamico (Isis). L’uomo, arrestato nel maggio 2017, risiedeva nel canton Turgovia ed era operativo dalla Svizzera. I capi d’accusa sono violazione della legge federale che vieta i gruppi Al-Qaida e Stato islamico nonché le organizzazioni associate, partecipazione all’organizzazione criminale Isis, truffa per mestiere, fabbricazione e deposito ripetuti di rappresentazioni di atti di cruda violenza. La Procura federale aveva aperto un procedimento penale nel novembre 2016. L’uomo, che aveva pure fornito false informazioni per ottenere aiuti sociali nel suo Comune di residenza, era stato arrestato nel maggio 2017 e da allora si trova in carcere preventivo. Secondo l'Mpc è stato un membro dell’Isis dal 2014 - o al più tardi dal 2016 - fino al suo arresto.

Anche attacchi in Svizzera

L’iracheno aveva accettato anche di organizzare attacchi nella Confederazione per conto dell’Isis, ma non sono emersi indizi secondo cui in Svizzera era imminente un attentato. La Procura federale gli contesta pure di aver istigato un membro dell’Isis in Libano a commettere un attentato suicida nel paese mediorientale, di aver spinto un altro membro dell’organizzazione a creare cellule dormienti in Siria e di aver reclutato combattenti. Fra questi ultimi non vi sono persone domiciliate in Svizzera né persone di nazionalità elvetica, stando all’atto d’accusa. L’uomo ha inoltre scaricato e conservato rappresentazioni propagandistiche di orribili esecuzioni di vari tipi per uso proprio e per diffusione. Le indagini hanno permesso di scoprire una rete transnazionale fortemente ramificata, che contava oltre 20 altri membri dell’Isis in Svizzera, Siria, Iraq, Turchia, Libano, Finlandia e in un luogo ignoto. L’uomo aveva una posizione di autorità, operava come reclutatore, passatore, finanziatore e riceveva le istruzioni impartite dai vertici dell’organizzazione terroristica.

Venerdì la sentenza contro altri due membri

Venerdì 11 settembre la Corte penale del Tpf renderà inoltre nota la sentenza nei confronti di altri due presunti membri dell'Isis. Il primo è accusato di avere, alla fine del 2013, aderito in Siria a un gruppo di combattenti appartenente allo "Stato islamico in Iraq" e nella "Grande Siria". Viene inoltre rimproverato di avere, dal 2012 al 2014, reclutato sistematicamente persone per lo Stato islamico rispettivamente per le organizzazioni che lo hanno preceduto, diffuso propaganda e di essere stato in possesso di rappresentazioni vietate di atti di cruda violenza. L'altro imputato è accusato di avere, nel 2014, tentato di recarsi nel territorio dominato dallo “Stato islamico” al fine di aderire al medesimo. Per quest’ultimo avrebbe pure ingaggiato una persona minorenne con cui avrebbe avuto ripetuti rapporti sessuali. Egli avrebbe inoltre diffuso propaganda e ripetutamente prodotto e posseduto rappresentazioni vietate di atti di cruda violenza come pure pornografia vietata.

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