Bellinzonese

Coronavirus, scuole aperte ma niente giornate autogestite?

Il Decs ha annullato quelle previste alla Commercio e al liceo di Bellinzona: non sarebbe garantita la tracciabilità dei partecipanti. Gli allievi: 'decisione contraddittoria'

Con una lettera la Commissione autogestite del liceo ha espresso il proprio disappunto (Ti-Press)
10 marzo 2020
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Per la prima da molti anni gli allievi della Scuola cantonale di Commercio e del liceo di Bellinzona saranno costretti a rinunciare alle giornate culturali autogestite a causa del divieto imposto settimana scorsa dal Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (Decs) a fronte della situazione relativa al coronavirus. In particolare, ha indicato il Decs, durante questa giornate non potrebbe essere garantita la tracciabilità dei partecipanti necessario per contrastare il Covid-19. Le motivazioni sono che gli allievi non sarebbero stati suddivisi per classe, ma mescolati tra le varie fasce avendo la possibilità di iscriversi individualmente alle attività che più preferiscono. Una decisione che tra gli allievi membri della Commissione autogestite del liceo (che si sarebbero tenute dal 20 al 22 marzo) ha sollevato un punto interrogativo: le scuole rimangono aperte ma vengono annullate le autogestite? 

'Gia oggi siamo mescolasti nelle attività scolastiche'

All'interno di una lettera, la Commissione sottolinea come la direttiva cantonale non possa coincidere con la volontà di mantenere aperte gli istituti scolastici. Gli allievi evidenziano che già oggi le lezioni non si svolgono in un'unica classe, con gli studenti che vengono mescolati nella varie materie in base alla diverse opzioni e al percorso di studio intrapreso. "Un allievo – si legge nella lettera – trascorre dunque ogni giorno diverse ore con molteplici studenti del proprio anno, interagendo con diverse classi. Nel caso in cui un allievo segua dei corsi facoltativi quali teatro, coro o musica d’insieme, avrebbe inoltre la possibilità di entrare in contatto con studenti di qualsiasi anno".

Indipendentemente dallo svolgimento delle autogestite, continua la Commissione, "garantire la tracciabilità di ogni singolo allievo sarebbe dunque estremamente difficile. Il medico cantonale Giorgio Merlani, durante la conferenza stampa del 6 marzo ultimo scorso, ha inoltre affermato che siamo vicini al punto in cui non sarà più possibile seguire i contatti di ogni singolo contagiato e dovremo passare a un’informazione con quarantena volontaria. Oltretutto – continuano gli allievi – gran parte degli studenti si recano a scuola con i mezzi pubblici, limitando ulteriormente la possibilità di definire con quante e quali persone siano stati a contatto". 

'Rischi uguali alle normali lezioni'

In definitiva, gli studenti sono convinti che "i rischi ai quali la comunità scolastica è sottoposta durante le normali giornate scolastiche risultano quindi essere gli stessi. La decisione che è stata presa ci porta perciò a ritenere che si sia stato adottato un provvedimento che porta inevitabilmente a un declassamento delle autogestite, che non vengono più considerate delle attività poste al pari delle normali lezioni scolastiche, caratteristica che viene invece rivendicata da anni dalle autorità. 

Pur non volendo incitare alla chiusura delle scuole, la Commissione esprime il proprio disappunto dal momento in cui già attualmente "siamo costretti a recarci a scuola nonostante la diffusione del coronavirus. La decisione adottata – concludono gli allievi – ha dunque inevitabilmente causato la perdita di una grande opportunità che avrebbe potuto arricchire l’intera comunità scolastica, e che in alcun modo avrebbe potuto aumentare il rischio di contagio con la quale già si trova confrontata". 

Alla Scuola cantonale di Commercio la giornata autogestita si sarebbe tenuta il 23 marzo. 

 

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