Bellinzonese

Centro sportivo a rischio legionella: si rischia di ammalarsi?

A Bellinzona c'è chi ha paura a Bellinzona, ma sono state implementate una serie di misure che garantiscono una certa sicurezza. Ora verranno analizzati tutti gli stabili

10 ottobre 2019
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È sicuro recarsi alla piscina del Centro sportivo di Bellinzona vista la presenza del batterio che può provocare la legionellosi? A chiederselo è più di un nuotatore dopo la notizia emersa in occasione del messaggio municipale per l’allacciamento del centro alla rete di teleriscaldamento Teris (accolto dal legislativo lo scorso mese). Il nuovo e più performante metodo per riscaldare l’acqua di docce e vasche porrà fine alla possibilità di propagazione del batterio ma, come spiega da noi contatto il capodicastero Opere pubbliche e ambiente Christian Paglia, per la sua introduzione bisognerà aspettare l’inizio del prossimo anno. Fino ad allora vengono messe in atto alcune misure puntuali per evitare che il batterio si propaghi: respirando la legionella tramite l’aerosol che si forma quando viene fatta la doccia vi è infatti la possibilità di contrarre la legionellosi, che presenta sintomi influenzali e può sfociare in una polmonite con esito in alcuni casi letale. Finora, assicura il municipale, nessun utente del centro (dove oltre alla piscina è presente anche la pista di pattinaggio con relative docce) si sarebbe ammalato.

Per minimizzare il rischio, continua il capodicastero, è stato chiuso precauzionalmente un locale doccia, inoltre vengono effettuati spurghi costanti per evitare il ristagno e la qualità dell’acqua viene monitorata costantemente.

Una serie di misure che vengono consigliate dal Laboratorio cantonale: dopo l’entrata in vigore dell’Ordinanza sulle derrate alimentari e gli oggetti d’uso il 1° maggio 2018 è infatti questo l’organo che vigila sulla legionella. «Prima la competenza era quasi esclusivamente dell’Ufficio del medico cantonale – spiega il direttore del Laboratorio cantonale (Lc) Marco Jermini –. Ora invece la legionella è diventata un parametro da analizzare nell’ambito del diritto alimentare». Rientrano in questa categoria le docce degli spogliatoi delle piscine, delle palestre, delle case per anziani, degli ospedali, degli alberghi ecc. Non sono invece contemplati gli impianti delle abitazioni private. La Legge sulle derrate alimentari aggiornata nel 2017, continua Jermini, si fonda sull’autocontrollo. «I responsabili delle strutture devono innanzitutto verificare una serie di principi per capire se sussiste il rischio legionella», aggiunge. Ad esempio verificando quanto calore produce il boiler (servono almeno 60°C per fare in modo che il battere non proliferi), se l’acqua fa un percorso lungo nei tubi perdendo temperatura e com’è lo stato delle tubature (le incrostazioni offrono ambiente favorevole alla legionella). In base all’esito è possibile attuare misure preventive, alzando ad esempio la temperatura del bollitore dell’acqua e spurgando le tubature.

«I casi più frequenti di proliferazione di questo batterio – aggiunge il direttore del Lc cantonale – si riscontrano in alberghi o appartamenti che restano chiusi a lungo e dove l’acqua quindi ristagna. Anche negli istituti scolastici è molto importante procedere con degli spurghi dopo l’estate». L’autocontrollo contempla anche delle analisi dell’acqua che le strutture devono effettuare regolarmente; quando i valori superano una certa soglia bisogna procedere a misure di risanamento. A queste analisi si aggiungono i prelievi effettuati dagli ispettori del Lc, che si occupa di formare albergatori, direttori di case anziani e ospedali, tecnici comunali ecc. (a tale scopo è stato creato un manuale) e di verificare l’autocontrollo: quando non viene rispettato si rischia di incorrere in sanzioni.

Tornando alla Città di Bellinzona, l’intenzione del Municipio è ora di procedere a una verifica a tappeto di tutti gli stabili scolastici e amministrativi: è stata di recente approvata una risoluzione per conferire un mandato esterno a tale scopo. Dopo aver messo a fuoco il rischio legionella, aggiunge il municipale Paglia, «è probabile che si debba elaborare un progetto con relativa richiesta di credito per adeguare l’impiantistica sanitaria».

In Svizzera casi aumentati di 10 volte. In parte è colpa del risparmio energetico

L’allerta legionella al Centro sportivo di Bellinzona ha spinto alcune persone a chiedere rassicurazioni alla Città. Grazie alle misure intraprese non vi è però motivo di allarmarsi e le normali attività proseguono inalterate. In generale, spiega interpellato dalla ‘Regione’ il direttore del Laboratorio cantonale Marco Jermini, le persone possono recarsi nei luoghi in cui viene effettuato l’autocontrollo con una certa sicurezza. «Quando qualcuno trova dei valori elevati di fatto è positivo: significa che c’è autocontrollo e che verranno intraprese le misure necessarie per evitare che il problema si ripresenti». Sarebbe per contro più rischioso inalare i vapori di una doccia poco utilizzata all’interno di un’abitazione privata, con impianti trascurati e tubi incrostati.

Dai dati dell’Ufficio federale della sanità pubblica emerge che il numero di pazienti che in Svizzera hanno contratto la legionellosi è chiaramente in aumento: dalla cinquantina di casi nel 1988 si è passati – un trentennio più tardi – a oltre 10 volte tanto (erano 567 nel 2018). In Ticino da una trentina di casi all’anno tra il 2009 al 2014, il dato è salito fino a toccare quota 95 nel 2018. Sul motivo dell’aumento, precisa Jermini, un ruolo potrebbero averlo le migliori diagnosi mediche e analisi di laboratorio. «Può però anche essere messo in relazione con il risparmio energetico che porta a utilizzare l’acqua calda a una temperatura inferiore rispetto al passato». «La categoria più a rischio – continua il direttore del Laboratorio cantonale – sono gli uomini sopra i 62 anni, nonché le categorie di persone con anticorpi più bassi, per esempio chi si sottopone a chemioterapia». Quando le analisi delle urine danno un riscontro positivo per la legionellosi, il dottore documenta il caso al medico cantonale che a sua volta lo segnala al Lc in modo che, se nota, possa intervenire alla fonte del contagio. Segnalazioni di questo genere funzionano anche a livello internazionale, quando malati di legionella che risiedono all’estero pensano di averla contratta mentre si trovavano in Ticino o viceversa. Cosa può fare per tutelarsi chi si reca in docce di hotel o altre strutture? Jermini risponde: «Nulla, al massimo lasciar scorrere un po’ l’acqua calda. Ma non è un consiglio scientifico».

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