Bellinzonese

E-bike come missili in centro a Bellinzona: ‘Prudenza!’

L'appello del comandante della Polcom e del vicesindaco: 'Non è ancora un problema, ma la questione richiede attenzione'

9 agosto 2019
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Centro storico di Bellinzona, un primo pomeriggio di metà estate: dal trenino turistico sbarcano frotte entusiaste di visitatori che ringraziando il conducente cercano di orientarsi in piazza Collegiata, finché una bicicletta a pedalata assistita saetta a velocità sostenuta dando loro la sveglia. L’e-bike che non t’aspetti ha fatto quasi strike come la palla da bowling con i birilli e in un ‘bof’ conquista metà viale. Tanto basterebbe a scatenare le ire del municipale luganese Michele Foletti che lo scorso maggio in un intervento pubblicato sul ‘Cdt’ aveva inveito contro “il cafone dell’e-bike, sub categoria di cittadino egoista e irrispettoso che infrange le regole di convivenza civile e pretende di appropriarsi dello spazio comune per i propri comodi”. Una sbroccata che ha diviso per i toni ma che ha avuto il pregio di sollevare il problema della convivenza. È tale anche nella Turrita? «Attualmente non ancora, ma rischia di diventarlo, perciò invito alla prudenza», risponde il vicesindaco Andrea Bersani, capodicastero Sicurezza e a sua volta e-bike munito per le incombenze quotidiane: «Presto o tardi qualche riflessione bisognerà farla, perché il numero di queste biciclette è in aumento rappresentando un’ottima soluzione per la mobilità dolce in un contesto urbano come il nostro nel quale si sta peraltro investendo parecchio in ciclopiste e corsie ciclabili. Laddove queste conducono nel centro storico, caratterizzato da stradine giocoforza prive di corsie riservate, nonché da talune attività commerciali che si affacciano direttamente sull’area pubblica, faccio quindi appello al buon senso». Quanto alla Polizia comunale, «confido che riservi al tema un occhio di riguardo». Situazioni tali da richiedere l’intervento degli agenti non si sono finora manifestate, spiega dal canto suo il comandante Ivano Beltraminelli: «Qualche segnalazione è però giunta. D’altronde il fenomeno è in aumento e una difficoltà è data dallo stabilire dove sia il confine tra un comportamento scriteriato e uno al limite della correttezza. Una questione molto soggettiva, perché a qualche pedone una velocità di 15 o 20 km/h può sembrare elevata a prescindere, ma non a chi si sposta in sella». Cosa può fare un agente in casi simili? «Il ciclista spericolato, e magari anche maleducato perché insiste nel voler restare in sella in pieno mercato del sabato, va ovviamente invitato al rispetto delle regole di convivenza. A ogni modo, per ora, non prevediamo appostamenti ad hoc».

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