Bellinzonese

Centro al Castello, ‘gravi’ lacune antincendio

Secondo periti e ispettori tutti gli erogatori presenti tra soffitto e controsoffitto sono posizionati in modo errato. Situazione mai risolta dal 2012

29 gennaio 2019
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Qual è lo stato di conservazione del Centro al Castello costato 60 milioni, inaugurato nel 2012 e destinato a finire all’asta il 28 maggio partendo da un valore di stima pari a 30,65 milioni? L’immobile commerciale e residenziale sorto con poca fortuna in città all’angolo fra via Pellandini e via Molo – di proprietà della Botton d’Oro Immobiliare Sa che dal 2014 non rispetta gli impegni con la banca creditrice – conta un’autorimessa sotterranea, tre piani di superfici di vendita e tre piani abitativi. Sin dal 2014 l’Ufficio esecuzione ha sottoposto la struttura ad amministrazione ‘coatta’ incaricando la Nene Sa di Bellinzona. A scadenze regolari l’immobile è stato sottoposto a verifiche tecniche e infrastrutturali.

Tuttavia nel documento di 180 pagine consegnato lo scorso autunno dall’architetto incaricato dall’Ufficio esecuzione di allestire un rapporto peritale di stima, emergono alcune significative pecche. Nel primo caso una ditta specializzata dovrà sostituire le “tubazioni dell’acqua di falda completamente arrugginite”. Altri 85mila franchi andrebbero investiti per risolvere un problema esistente sin dalla prima ora e fino ad oggi rimasto irrisolto (per decisione di chi non è dato sapere). La lacuna lascia perplesso il perito trattandosi degli erogatori antincendio, i cosiddetti sprinkler presenti negli spazi commerciali con relative installazioni elettriche. “Non sono a norma”, scrive il perito allegando il rapporto redatto nel 2017 dalla ditta Swissi (ndr: specializzata in ispezioni tecniche), la quale ha rilevato che gli sprinkler posati a soffitto “devono essere prolungati fino a raggiungere il livello del soffitto ribassato”. Infatti la situazione attuale fa concludere che “non è garantita” l’efficacia dell’impianto. “Un problema già segnalato nel 2012, anno d’inizio attività del centro commerciale”.

‘Impianto non efficace e protezione non garantita’

In particolare dal rapporto Swissi emerge che “tutti i soffitti ribassati non corrispondono alla deroga permessa” che consente di posare gli sprinkler fra la soletta e il soffitto ribassato solo qualora lo spazio fra i due sia minimo. Ciò che non è il caso per il Centro al Castello. Pertanto con priorità 1, la più alta, “è necessario abbassare gli erogatori sprinkler al di sotto dei controsoffitti forati”. Swissi spiega che nel centro commerciale vi sono 1’085 sprinkler, ma non specifica se il posizionamento sia per tutti fuori norma. A ogni modo eseguendo la modifica ordinata “è necessario verificare se tale misura sia sufficiente o se vada comunque protetto anche il controsoffitto stesso. In alternativa è possibile smantellarlo”. Puntualmente Swissi suggerisce inoltre modifiche a erogatori presenti sotto le scale mobili e nel locale doccia-servizi al pianterreno. Non da ultimo “durante l’ispezione abbiamo constatato che vi sono diversi cavi e scatole elettriche fissate alla rete sprinkler. Ricordiamo che non è permesso appendere o fissare alcun tipo di materiale o cavo alle tubazioni”. Sempre con priorità 1 viene poi chiesto di “aggiungere lo schema della centrale nel locale sprinkler in lingua italiana”. Conclusioni degli ispettori Swissi: “La situazione dell’impianto sprinkler è grave: dal 2012 nessuna delle misure indicate è stata eseguita e la protezione imposta dalla Aicaa (Associazione degli istituti cantonali di assicurazione antincendio) non è garantita”. 

Per l’ufficiale delle esecuzioni ‘interventi non urgenti’

Interpellato dalla ‘Regione’, il responsabile dell’Ufficio esecuzione di Bellinzona, Fernando Piccirilli, ritiene che quanto scritto nel documento consultabile online sia un’opinione soggettiva del perito, «di cui siamo peraltro venuti a conoscenza solo in questo periodo, avendo ordinato la perizia in vista della messa all’asta dell’immobile». Il Centro al Castello «dal profilo infrastrutturale funziona e gli interventi richiesti non sono urgenti. Semmai vanno intesi come straordinari e la perizia serve a sensibilizzare i potenziali acquirenti».

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