Bellinzonese

Bellinzona: ancora in troppi vanno al lavoro con l'auto

Emerge dai primi risultati del Piano di mobilità aziendale promosso dalla Città sondando una trentina di ditte

Ti-Press
27 ottobre 2018
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C’è ancora un buon margine di miglioramento per quanto riguarda il numero di lavoratori che si recano a Bellinzona utilizzando mezzi alternativi all’automobile. È quanto emerge dalla fase di raccolta dei dati nell’ambito del Piano comprensoriale di mobilità aziendale che il Comune di Bellinzona sta realizzando con il sostegno del Dipartimento cantonale del territorio (Dt) per migliorare il sovraccarico di traffico che si crea in queste zone durante le ore di punta.

Dopo aver invitato a partecipare tutte le aziende con più di 20 dipendenti attive nel comprensorio di Bellinzona centro (che comprende anche una parte di Giubiasco e Monte Carasso) e sud (parte di Giubiasco e Camorino), una trentina di esse in rappresentanza di circa 9’000 dipendenti si è detta disposta a prendere parte al sondaggio che ha preso il via alla fine del 2017. «Si tratta di un campione senz’altro significativo. Tra i partecipanti vi sono anche l’amministrazione cantonale e quella comunale», spiega contattato dalla ‘Regione’ il municipale a capo del Dicastero territorio e mobilità della Città di Bellinzona Simone Gianini.

Il Piano – in fase di allestimento anche in altri Comuni ticinesi e finanziato per la maggior parte dal Cantone – ha lo scopo di individuare e proporre soluzioni aziendali o interaziendali per agevolare gli spostamenti casa-lavoro evitando il più possibile di ricorrere all’automobile privata. Da una prima analisi, emerge un elemento interessante al fine del perseguimento degli obiettivi: la maggior parte dei lavoratori di questa trentina di aziende abita nel Bellinzonese. Si stima inoltre che il 37% viva in un raggio di 3 km dal posto di lavoro. «È un dato favorevole perché ci permette di agire con un vantaggio rispetto ad altre zone del cantone: la prossimità dei lavoratori».

Ciononostante le persone che si recano al lavoro in zona Bellinzona centro o sud con mezzi sostenibili (a piedi, bicicletta, mezzi pubblici) sono ancora una parte minoritaria. Si tratta di circa un terzo, mentre i restanti fanno tuttora uso dell’automobile. Ed è proprio in questa fetta di utenti che i promotori del Piano di mobilità vedono un forte potenziale. «Dall’analisi dei dati raccolti emerge che una buona parte di quei lavoratori domiciliati in città potrebbe non usare l’automobile per il tragitto casa-lavoro», sottolinea Gianini.

Trasporti collettivi e car pooling

In questa fase del Piano di mobilità – al quale sta lavorando su mandato esterno Davide Marconi di Mobitrends Sa assieme a Comal.ch – si stanno valutando quali misure le aziende potrebbero implementare singolarmente o in modo coordinato con altre ditte. Per esempio dei datori di lavoro territorialmente vicini potrebbero organizzare un trasporto collettivo per i propri dipendenti. Oppure promuovere la condivisione dell’auto (il cosiddetto car pooling). È atteso prossimamente il rapporto che indicherà quali misure (oltre a quelle già citate, si può pensare ad abbonamenti dei mezzi pubblici con contributi da parte dell’azienda, biciclette aziendali, la presenza di uno spogliatoio per chi arriva pedalando ecc.) ha più senso mettere in atto.

La partecipazione al Piano comprensoriale permette alle aziende di accedere ai contributi cantonali messi a disposizione per coprire una parte dei costi delle misure che vorranno implementare. I partecipanti, aggiunge il capodicastero, stanno mostrando molto interesse e buona volontà. «Anche perché l’azienda ha solo da guadagnarne: se il lavoratore non deve affrontare il traffico congestionato arriva al lavoro meno stressato. Con i mezzi alternativi si perde anche meno tempo per gli spostamenti di lavoro in città. Non va infine dimenticato il ritorno d’immagine». Chi s’impegna per promuovere spostamenti casa-lavoro sostenibili, sottolinea Gianini, si può profilare come un datore di lavoro virtuoso.

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