Bellinzonese

A Daro la prima casa energeticamente autosufficiente

Le quattro unità abitative D-Vision saranno anche prive di posteggi. I promotori spingono verso un nuovo modo di costruire e vivere in Ticino

4 maggio 2018
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L’ennesima proposta edilizia nella vieppiù costruita Bellinzona ha un cuore verde che invita a immaginare un modo meno invasivo di ‘tirar su case’. D-Vision, questo il nome dato dall’Archetipo Immobiliare di Monte Carasso all’edificio quadrifamiliare di prossima costruzione nella collina di Daro, è infatti stato presentato ieri alla stampa come il primo esempio in Ticino di stabile al 100% indipendente dal profilo energetico. Non solo: la collocazione e la scelta architettonica fatta richiedono a chi vi abiterà un modo quasi francescano di spostarsi da e verso la sottostante Turrita.
Tutto ha origine proprio dal luogo, sottolineano gli architetti Riccarda e Giacomo Guidotti premettendo che nella loro più che ventennale attività l’aspetto speculativo ha ovviamente giocato un ruolo, ma nella consapevolezza di voler proporre progetti che s’inserissero adeguatamente nel territorio, come insegnato loro dal maestro Luigi Snozzi. Il luogo, si diceva: il terreno in questione, sulla collina di Daro, a sinistra della chiesa parrocchiale, è privo di accesso veicolare. Eppure è edificabile. Della serie, chi ha fame non ha denti. Altri promotori immobiliari hanno cercato, invano, di avviare l’iter per rendere carrabile un sentiero, indispensabile per poter avviare il cantiere, sbancare il pendio e rendere accessibile l’abitazione dai veicoli privati. Ma una strada lì non può essere inserita.

La sfida

«Per noi – rileva Riccarda Guidotti – questo fatto ha rappresentato ‘la’ sfida: realizzare un’abitazione che come un’astronave si appoggiasse sul terreno arrivando dal cielo». Tutto ciò – spiega l’architetto Andrea Frapolli – sarà reso possibile prevedendo un edificio con quattro unità abitative contigue (costo a partire da un milione e rotto l’una) appoggiato al terreno su altrettanti minimali pilastri di cemento armato. Tale soluzione consentirà di ridurre al minimo indispensabile l’intervento sul terreno boscoso. Inoltre tutto il materiale edilizio, compreso un piccolo scavatore, sarà traslato con una gru basata sulla sottostante via Pedemonte (non si farà uso di elitrasporti). A loro volta gli acquirenti dovranno fare i conti con l’assenza di posteggi privati: invero quattro stalli (uno per ciascuna unità abitativa) saranno riservati a D-Vision a un centinaio di metri di distanza grazie a un accordo raggiunto con la Parrocchia che intendendo convertire in ostello un proprio stabile situato accanto alla chiesa, aggiungerà un parcheggio in un terreno sottostante. La collaborazione con la Parrocchia si è rivelata molto positiva, sottolinea Frapolli: oltre all’aspetto dei posteggi e alla possibilità di transito pedonale davanti alla chiesa per raggiungere più agevolmente D-Vision, si è raggiunto un accordo per il risanamento di una facciata della chiesa. Quanto ai nuovi residenti – rilevano i promotori – è richiesto loro un approccio pionieristico, ossia il ritorno all’utilizzo delle gambe per i piccoli spostamenti verso città e stazione, approfittando all’occorrenza dei mezzi pubblici. Quindi l’edificio a emissioni zero: i pannelli fotovoltaici produrranno corrente il cui eccesso estivo non stoccabile in batterie sarà convertito da speciali impianti in metano; accumulato, sarà usato per le cucine e ritrasformato durante l’inverno in corrente elettrica, necessaria anche ad alimentare la termopompa per il riscaldamento. Una prima per il Ticino, già adottata in altri paesi, specie in stabili di grandi dimensioni e aeroporti. Un’opportunità, confidano i promotori, anche alle nostre latitudini.

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