
Con un solo voto contrario e 8 astenuti su un totale di circa 70 presenti (cifra record), l'assemblea del Cas di Bellinzona riunitasi nell'aula magna delle scuole nord ha deciso ieri sera, al termine di una lunga e intensa discussione, di autorizzare il comitato sezionale ad avviare le trattative per la messa in vendita della capanna Corno Gries. Situata nell'alta Val Bedretto a quota 2'338 metri e dotata di 50 posti letto, la struttura è stata realizzata nel 2007/08 al posto di quella vecchia, ma da subito ha mostrato una serie di problemi funzionali. I quali stanno tutt'oggi impegnando la sezione in ingenti spese straordinarie che a breve-medio termine potranno ammontare a 150mila franchi (fossa settica, eliminazione umidità, ventilazione bagni e docce...). Troppi per le finanze del club presieduto da Moreno Moreni, che rischia di vedere dirottare sull'edificio dalla forma avveniristica risorse meglio spendibili nelle attività per i 920 soci; d'altronde, è stato detto durante il dibattito, in Svizzera sono meno di 5 le capanne che riescono ad autofinanziarsi. E quella del Corno Gries non riuscirebbe a raggiungerle nemmeno raddoppiando/triplicando i pernottamenti che ammontano a circa 1'500 l'anno, ben al di sotto delle previsioni.
Da taluni considerata una "palla al piede mal riuscita", la capanna sarà dunque venduta al miglior offerente, previa autorizzazione finale dell'assemblea, che sarà di nuovo chiamata a pronunciarsi. Due, è stato detto ieri, gli enti attualmente interessati a quantomeno intavolare una discussione (top secret però i nomi come pure la cifra in ballo).
Confermato invece, con voto quasi unanime, l'indirizzo preso un anno fa quando è stato avviato l'iter per ammodernare e ingrandire la seconda capanna di proprietà della sezione bellinzonese, la Piansecco, pure situata in Val Bedretto. Costo preventivato: 2 milioni di franchi, di cui uno garantito da una donazione privata; dedotti i vari sussidi pubblici pari a 1,13 milioni, il club si ritrovebbe con 130mila franchi in più da accantonare per i bisogni infrastrutturali futuri. È sulla Piansecco che il Cas di Bellinzona intende dunque puntare, confidando peraltro nell'aiuto di volontari per l'esecuzione di alcuni lavori di facile esecuzione.