Mondiali di hockey

L'ultimo della nidiata d'oro

Lo slovacco Ladislav Nagy a dispetto dei suoi quasi 39 anni è pronto a sfidare la Svizzera. "Ma devo ammettere, il ritmo è ormai quasi troppo veloce per me"

6 maggio 2018
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Ladislav Nagy è una sorta d'icona in Slovacchia. Il quasi 39enne disputò il primo Mondiale nel lontanissimo 2001. 17 anni anni dopo l’ala del Kosice è ancora presente. «Il segreto della mia longevità? È difficile da dire, Gran parte del merito va a mia moglie, è molto comprensiva. Senza di lei e il suo supporto mi sarei già ritirato qualche anno or sono. Lo stesso vale per i nostri figli. A casa trovo il tempo e la tranquillità per rigenerarmi. Sono inoltre sempre stato fortunato nel corso della mia lunga carriera, non ho praticamente mai avuto gravi infortuni», afferma il numero 27.

Nagy è ormai l’ultimo rappresentante di quella fantastica generazione d’oro slovacca, quella mitica che vinse il Mondiale del 2002. Nomi risonanti come Peter Bondra, Michal Handzus e Ziggy Palffy. Alcune di quelle leggende sono nello staff tecnico attuale della Slovacchia, ovvero gli assistenti allenatori Vladimir Orszagh, Jan Lasak, l’ex Ambrì Robert Petrovicky e il general manager Miroslav Satan. «Stanno facendo un grande lavoro per l’hockey slovacco ed è semplicemente stupendo alla mia età avere ancora l’opportunità di giocare a questi livelli sotto la loro direzione, Anche se devo ammetterlo, ormai tutti gli avversari sono più giovani del sottoscritto e la velocità del gioco è quasi diventata troppo alta per me, faccio fatica a tenere il ritmo».

Nagy, che ha alle spalle oltre 450 partite di Nhl con le maglie di St. Louis, Phoenix, Dallas e Los Angeles (117 reti per un totale di 315 punti), è evidentemente deluso della sconfitta maturata ieri nel derby contro la Cechia. Gli slovacchi, avversari odierni della Svizzera, si sono fatti acciuffare a 10’’ dal 60’ prima di perdere 3-2 all’overtime. «Non si può concedere la rete del pareggio in modo talmente ingenuo a così poco dal termine. Dovevamo ottenere i tre punti. Sì, siamo fieri della prestazione, abbiamo giocato bene, ma alla fine ne è uscita una sconfitta e quindi non siamo certamente contenti».

E ora, nemmeno 24 ore dopo, è già in programma la seconda sfida di questo Mondiale contro la Svizzera. «Non siamo stanchi, saremo pronti. Mi attendo una partita molto difficile e combattuta contro un avversario insidioso, dovremo giocare bene difensivamente», conclude il veterano Nagy, l'ultimo vero simbolo di una Slovacchia che vuole però tornare presto tra le grandi.