
«La gente ha voluto che la servissimo e il mio governo la servirà». È un Donald Trump compassato – e molto politically correct – quello che ha preso la parola poco fa davanti ai suoi sostenitori dopo aver incassato le congratulazioni dell'avversaria Hillary Clinton. È lui il 45esimo presidente eletto degli Stati Uniti.
«Ho appena ricevuto una chiamata da Clinton che si è congratulata con noi per la vittoria». Il discorso del nuovo presidente Usa è poi virato sulla necessità di riunire il paese dopo le divisioni create dalla campagna. È partito ricucendo lo strappo con l'avversaria: «Hillary ha lavorato per molto tempo a favore degli Stati Uniti e per questo il Paese ha un gran debito di gratitudine verso di lei». E ha aggiunto: «Ora dobbiamo unirci come popolo e lavorare assieme». Gli Stati Uniti «hanno un potenziale tremendo. [Sotto la mia guida] ogni singolo americano potrà realizzare il suo potenziale. Ricostruiremo le nostre infrastrutture e daremo lavoro a milioni dei nostri cittadini».
Donald Trump non ha comunque resistito portare un po' di campagna sul palco, pronosticando un boom economico: «Raddoppieremo la nostra crescita e avremo l'economia più forte del mondo. E ci aspettiamo di avere grandi relazioni internazionali. Nessun sogno è troppo grande. Ora cominceremo a ricostruire la nostra nazione e ricostruire il sogno americano».
«La nostra non è stata una campagna, ma un grande movimento fatto di milioni di americani che amano la nostra nazione e vogliono un futuro migliore per loro e per la loro famiglia. Vogliono che serviamo la gente, e il nostro governo servirà la gente».