Archivio

Al via la beatificazione di Alce Nero

Foto non databile di Alce Nero
28 dicembre 2017
|

Il via libera arriva dai vescovi statunitensi nella conferenza di Baltimora. Il processo di beatificazione riguarda Alce Nero, leggendario capo Sioux che diverebbe il primo santo pellerossa dopo Kateri (Caterina) Tekakwitha, oltre che uno dei pochi santi nord-americani.

Alce Nero combatté a Little Big Horn contro il generale Custer; nel 1890 girò l’Europa con Buffalo Bill, poi restò segnato per sempre dagli orrori del massacro dei Sioux a Wounded Knee. Cattolico, battezzato ormai adulto nel 1904 dopo la morte della prima moglie, è considerato il più influente leader indiano del ventesimo secolo. Nella sua seconda vita battezzò centinaia di Sioux, insegnando il catechismo fino alla morte nel 1950 nella riserva di Pine Ridge del South Dakota.

L’annuncio del processo di beatificazione ha diviso la comunità indiana. Il New Yorker ha avvicinato i discendenti dello sciamano che ancora vivono nella riserva di Pine Ridge. Per i Sioux tradizionalisti, Alce Nero fece concessioni solo esteriori alla cultura dell’uomo bianco, ma dentro di sé non cambiò mai. "In famiglia girano storie che i missionari cercavano di battezzarlo e lui correva a nascondersi sotto il letto", ha raccontato la bisnipote Charlotte, che si definisce pagana. Questi Sioux pensano che i cattolici volessero fare Alce Nero uno dei loro per via del suo status e per la spiritualità che lo aveva reso celebre anche fuori dall’ambito delle Montagne Rocciose.

A differenza di Cavallo Pazzo e Toro Seduto, Black Elk era infatti diventato famoso per una visione avuta a nove anni nel delirio di una malattia. A raccontarla per la prima volta fu John G. Neihardt, che in "Black Elk Speaks" colse il senso profondo dell’uomo e delle sue idee. Il libro inizialmente non trovò lettori ma negli anni Sessanta, dopo esser stato riscoperto da Carl Jung e tradotto in tedesco, diventò un best seller venduto in milioni di copie in tutto il mondo.