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Muore in Spagna, le tolgono un rene ma lo scoprono solo in Ticino 

(©Ti-Press/Gabriele Putzu)
20 giugno 2017
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Parte col figlio per una vacanza in Spagna, rientra a Bellinzona in una bara e senza un rene. L’espianto dell’organo, avvenuto in un ospedale spagnolo, viene scoperto solo per caso durante l’autopsia della donna in Ticino. Lo sconcerto dei familiari è enorme. Nessun medico ha chiesto nulla al figlio che era tutore della madre e presente all’ospedale spagnolo. Un caso che apre interrogativi sul modo di agire in un contesto delicato come quello del dono degli organi. Un ospedale può espiantare organi senza dire nulla ai diretti interessati, ai familiari? In Spagna, dove vige il consenso presunto, ma si parla di regola coi familiari, sono in corso accertamenti sul caso, per non comprometterli non facciamo il nome dell'ospedale. 

La vittima è una arzilla ultraottantenne del Bellinzonese, ex commerciante. Si chiama Giuseppina. Godendo di una buona salute, più volte l’anno si recava col figlio in Spagna e in Asia per lunghi soggiorni. L’ultimo viaggio in marzo le è stato fatale. Sul certificato di decesso (del 7 marzo) il medico spagnolo ha scritto ‘insufficienza respiratoria’. La spiegazione non ha convinto il figlio, un ex docente del Bellinozonese, che ha voluto capire come mai sua madre, che doveva essere dimessa quello stesso giorno, è invece improvvisamente deceduta.

«Eravamo in Spagna da dieci giorni, mia madre aveva avuto dei malesseri e l’ho portata in ospedale per accertamenti, dopo vari test, tra cui una Tac addominale, hanno detto che non c’era nulla di grave. L’hanno trattenuta per la notte. Il giorno seguente il medico mi ha riconfermato che stava bene, dovevo passare a prenderla nel pomeriggio. Poi hanno chiamato parlando di gravi complicazioni. Sono accorso ma era già deceduta – mi dissero – per un arresto cardiaco. Era sotto un lenzuolo bianco, l’hanno spostato, giusto per riconoscerla dal viso. Mi hanno chiesto se volevo cremarla lì come fanno tanti turisti. Ho rifiutato, volevo vederci chiaro», ci racconta l’uomo mentre ci mostra i vari certificati.

Una volta rimpatriata la salma in Svizzera (siamo al 17 marzo), il figlio chiede un’autopsia all’Istituto di patologia di Locarno. E qui c’è la sorpresa. Nel referto, oltre alla causa di morte (ossia una pancreatite acuta), si legge anche ‘esiti di nefrectomia sinistra’. Significa segni chirurgici dell’espianto del rene sinistro che non c’è più. «Hanno asportato il rene sinistro a mia madre senza consenso, senza avermi consultato, illudendomi che sarebbe stata dimessa», dice il figlio.

Quel rene, prima del viaggio, c’era. Il figlio ha le prove, che abbiamo verificato. Infatti Giuseppina a fine febbraio, qualche giorno prima di partire, aveva fatto una Tac addominale all’ospedale regionale di Bellinzona e valli. Nel referto radiologico (fatto il 17 febbraio) si parla di due reni. Che ci fossero entrambi lo attesta anche la dottoressa del Dipartimento di medicina interna che ha curato la signora. In una lettera al figlio, conferma che durante gli esami fatti dal 15 al 18 febbraio, la paziente aveva due reni. È doveroso ora capire che cosa sia successo nell’ospedale spagnolo. Tramite l’ambasciata svizzera a Madrid, un legale spagnolo è stato incaricato dalla famiglia per fare accertamenti sul caso. Inoltre il caso è stato segnalato in Procura. 

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