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Cheda si autodenuncia per usura

(Carlo Reguzzi)
18 aprile 2017
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Aperta un'inchiesta dalla Magistratura contro il fondatore della scuola di giornalismo di Bellinzona Matteo Cheda per i reati di usura e concorrenza sleale. In seguito a una segnalazione ricevuta dal sindacato Ocst, Cheda, si sarebbe autodenunciato presso il Ministero pubblico ticinese per "caporalato" che secondo la legge svizzera corrisponde appunto ai reati di usura e concorrenza sleale. Secondo l'articolo 157 del codice penale, se il colpevole fa mestiere dell'usura è punibile con una pena detentiva fino a dieci anni. L'inchiesta è condotta dalla procuratrice Raffaella Rigamonti. A rivelare la notizia ai media è lo stesso Cheda in un comunicato stampa. 

“La Scuola di giornalismo, nata nel 2015, è non profit e la frequenza è gratuita. Ogni allievo, spiega Cheda, riceve una piccola retribuzione per 12 mesi più l'abbonamento ai mezzi pubblici. L'importo è identico, indipendentemente se l'allievo va a scuola o se lavora a titolo volontario. I datori di lavoro versano alla scuola il valore della prestazione fornita dagli allievi”. 

“Gli allievi che durante i 12 mesi lavorano a titolo volontario finanziano quindi il salario e la formazione agli altri allievi, spiega sempre Cheda.  Un sistema simile a quello della cassa malati dove i sani pagano di più di quello che ricevono mentre per i malati vale l'opposto”.

Secondo l'Ocst, tale metodo di finanziamento è illegale ed equivale a "caporalato". Matteo Cheda ritiene di non aver commesso alcun reato ma di aver agito nell'interesse pubblico allo scopo di aiutare giovani disoccupati a formarsi gratuitamente e a trovare lavoro in poco tempo.

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