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Commesse pubbliche, una riforma che non piace

(©Ti-Press / Samuel Golay)
9 marzo 2017
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Critiche puntuali e ragionate da chi (le associazioni tecniche del Cantone e i Municipi di Lugano e Locarno) ci avrà a che fare spesso e volentieri, vale a dire i principali attori coinvolti dalla legge sulle commesse pubbliche che lunedì prossima finirà sui banchi del parlamento per una revisione voluta dal Consiglio di Stato e accolta dalla Commissione parlamentare della legislazione. Intanto mal si comprende tutta questa fretta considerata la riforma federale in corso, sullo stesso tema, tesa ad armonizzare il sistema, si precisa subito nella presa di posizione delle Associazioni tecniche del Canton Ticino (Cat) giunta ieri ai media. E anche, è incomprensibile perché non s’è fatta una verifica sulla necessità di detta revisione presso gli attori economici e i committenti “confrontati quotidianamente con il tema delle commesse pubbliche”. Ciò detto, “il testo in revisione non semplifica per niente l’attuale sistema, anzi lo complica, cerca di avvantaggiare gli attori economici locali, senza riuscirvi, trasferisce, in particolare sui comuni, una serie di oneri”. E ancora “stupefacente (in totale contrasto con le regole degli altri cantoni e della Confederazione) la base legale inerente i concorsi di progettazione, forma di messa in concorrenza che esiste da più di 200 anni ed è saldamente consolidata nella pratica e a livello legale”. Insomma, secondo la Cat – e stiamo parlando, come detto, dei professionisti del ramo – si è confrontati con una riforma decisamente pessima. Non meno clemente il giudizio del Municipio di Locarno che sempre ieri ha preso a sua volta posizione sulla revisione legislativa con una lettera inviata al parlamento dove si esprime “una serie di perplessità su alcuni aspetti che se approvati come proposti, condurrebbero a eccessive difficoltà pratiche nell’assegnazione delle commesse e provocherebbero pure un aumento importante della burocrazia che, a parole, questa modifica legislativa avrebbe invece dovuto snellire”. Questa posizione, si precisa, è sostenuta anche dal Municipio di Lugano e dall’Associazione dei comuni ticinesi (Act). Ma anche il Municipio luganese, sempre ieri, ha comunicato il proprio lungo elenco di criticità che coinvolge ben sette articoli di legge. Se queste sono le premesse...

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