
di Michelle Bognuda
La ragazza ticinese è ormai youtuber influente sul panorama italiano. Parla di argomenti per lei importanti, come la salute mentale e la sessualità. Scopriamo che cosa l’ha spinta a intraprendere questo viaggio.
In rete si fa chiamare Shanti Lives (“Shanti vive”) ed è l’unica youtuber ticinese del suo calibro. Esattamente tre anni fa pubblicò i primi video e, ora, conta oltre 127mila iscritti e 10milioni e mezzo di visualizzazioni. Shanti Winiger ha un Bachelor in psicologia e divide il suo tempo tra Losanna, Ticino e Italia, con il desiderio di trasferirsi a Milano per dedicarsi a YouTube in maniera più esclusiva, visto che lì si trovano il suo management e il suo ragazzo.
Come mai ha aperto il canale?
Prima facevo già video di qualità bassa dedicati ai telefilm, e dato che mi piace filmare ho deciso di lanciarmi in questa avventura. Un’altra ragione è che durante quel periodo la mia vita era un po’ allo sbaraglio. Soffrivo di un disturbo alimentare e focalizzavo le mie attenzioni sul cibo. L’apertura del canale è stata una sorta di rinascita per me. Era il mio sforzo di riprendere in mano le redini della mia vita.
Il nome del canale e la sigla che appare in ogni video hanno un significato particolare?
Certo, il nome è legato a un telefilm, nel quale dei ragazzi fanno una campagna per sostenere la protagonista, che credono abbia tentato il suicidio. Il loro slogan è “Jenna Lives”, e il mio viene da lì. La sigla invece serve a trasportare chi guarda direttamente nel mio mondo. Un mondo in cui cerco di illuminare il buio attorno a me. La frase “Sei tu l’eroe della tua storia” vuole spingere le persone a vivere la loro vita in maniera attiva, perché in questo modo potranno capire che non siamo così diversi dagli eroi presenti nei libri che tanto ammiriamo.
Ai suoi livelli, YouTube rimane un hobby o diventa una professione?
Per me è una via di mezzo. Ho due lavori e nel tempo libero mi dedico ai miei tre video settimanali. È un passatempo perché mi piace, ma anche perché non mi permette di guadagnare abbastanza per vivere. Per essere uno youtuber di professione servono numeri ben più alti dei miei.
Alcuni pubblicano libri e fanno raccolte fondi. Lei invece?
Scrivere un libro è il mio sogno nel cassetto da prima di YouTube. A dire il vero lo sto già scrivendo... Raccolte fondi, invece, non le ho mai fatte, perché in Italia sono malviste. In confronto ai Paesi anglofoni, dove siamo visti come intrattenitori, il clima di gelosia è molto più marcato, e io non voglio attirare inutili antipatie su di me.
Come mai ha deciso di parlare di salute mentale e sessualità? Sono argomenti rari per YouTube.
Inizialmente parlavo, come tutti, di cose che già vedevo in rete. Facevo per esempio tutorial di bellezza, mettendoci comunque del mio. Poi ho notato che i video in cui parlavo di fatti personali piacevano agli altri, e davano anche più soddisfazioni a me. Inoltre sono pochi gli youtuber italiani che parlano di questi argomenti. Io lo faccio, prima di tutto, perché è giusto che se ne parli. Poi, avendo un disturbo dell’umore, vivo certe esperienze in prima persona e quindi mi sento di poter dare una testimonianza diretta e veritiera al riguardo.
Si sente a disagio quando parla di fatti personali, come la sua bisessualità?
All’inizio ero terrorizzata. Lo facevo perché sapevo dove volevo arrivare e ci tenevo davvero a parlarne, ma non sapevo che tipo di ricezione avrei avuto. Adesso, invece, vuoi perché conosco il mio pubblico, vuoi perché lo faccio già da un po’, sono più tranquilla. Mi fa molto bene parlare in video di come mi sento, è terapeutico, e al contempo ricevo risposte per il 99 per cento positive dai miei follower. È un dialogo a cui tengo molto.