
Trent'anni dopo il disastro nucelare di Chernobyl nei boschi ticinesi si trova ancora traccia di particelle radioattive. Trattasi del Cesio-137, rilevato dalle misurazioni svolte dalla Sezione per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo del Dipartimento del territorio.
“L’incidente di Chernobyl – si legge nel comunicato – causò l’emissione nell’ambiente di una notevole quantità di radionuclidi che in parte raggiunsero anche la Svizzera. Oggi, diversi di essi non sono più misurabili visto che il loro tempo di dimezzamento, stabilito da leggi fisiche, è di molto inferiore agli anni trascorsi. Il Cesio-137 per contro, più persistente e con un tempo di dimezzamento di circa 30 anni, è oggi ancora presente in Ticino con un quantitativo di circa la metà rispetto a quanto ricaduto alle nostre latitudini nell’aprile del 1986”.
“A conferma che la mobilità di questo contaminante nei suoli boschivi è limitata, i risultati della ricerca mostrano che la contaminazione residua è presente soprattutto nei primi 10 cm di terreno. Questi dati spiegano come mai sia ancora oggi possibile misurare tracce di Cesio-137 nei funghi, nelle bacche o nella selvaggina”.
“Va sottolineato – conclude il Dipartimento – che l’esposizione al radiocesio, tramite l’assunzione di alimenti o di tipo ambientale, è oggi pressoché trascurabile e non desta alcuna preoccupazione di carattere sanitario”.