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Assegni integrativi e di prima infanzia anche alle famiglie con il permesso B

(©Ti-Press / Carlo Reguzzi)
1 aprile 2016
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Anche i cittadini in possesso di un permesso B potranno ricevere gli assegni integrativi e di prima infanzia. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, intervenendo sul regolamento di applicazione della legge modificata dal parlamento a dicembre 2015, quando per motivi di risparmio sono stati approvati alcuni tagli in questo ambito. Il Partito socialista, dando notizia della decisione governativa, considera l’intervento un “dietrofront” auspicato, ancorché limitato, visto che rappresenta solo un “primo passo” verso “la correzione di una discriminazione”. Perché “palese” era la “disparità di trattamento”, escludendo dai sussidi tutti i cittadini con permesso B. Il regolamento invece parifica un soggiorno permanente di 5 anni (permesso B) a un permesso di domicilio (permesso C). Un periodo che sommato ai tre anni successivi necessari per percepire gli aiuti di politica famigliare significa comunque un’attesa di 8 anni. “Si tratta di un’attesa ancora troppo lunga – annota il Ps – soprattutto per le famiglie con figli che, pur lavorando onestamente, percepiscono stipendi posti ai limiti della povertà”.