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Ricerca e soccorso nei boschi: in aiuto arrivano i droni

(Picasa)
10 febbraio 2016
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Ad alcuni droni è stato insegnato a riconoscere e seguire automaticamente sentieri nel bosco, allo scopo di coadiuvare operazioni di ricerca e soccorso. A impartire tale lezione, è stato un gruppo di ricercatori svizzeri dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (Usi-Supsi) e dell’Università di Zurigo. Il progetto ha preso corpo principalmente a Manno, nei laboratori del Dipartimento tecnologie innovative della Supsi ed è stato pubblicato nella rivista IEEE Robotics and Automation Letters.

In Svizzera, mille chiamate d'emergenza ogni anno

Ogni anno in tutto il mondo centinaia di migliaia di persone si perdono in aree alpine o boschive e hanno bisogno di operazioni di soccorso. Solo in Svizzera, circa 1000 chiamate di emergenza all’anno provengono da escursionisti che si sono smarriti o si trovano in difficoltà. I droni possono aiutare in modo efficace i soccorritori: sono economici, rapidi e possono essere dispiegati in gran numero con poco preavviso; questo minimizza il tempo di risposta e i rischi sia per i dispersi che per le squadre di soccorso.

Un piccolo e innovativo aiuto per le ricerche tradizionali

La collaborazione tra i ricercatori svizzeri, dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale e dell’Università di Zurigo, ha portato allo sviluppo di un software di Intelligenza Artificiale in grado di insegnare a un piccolo quadricottero a riconoscere e seguire sentieri nel bosco senza bisogno di assistenza umana. Questo è un risultato mai ottenuto prima nel campo della robotica, e che potrebbe essere presto utilizzato per affiancare le tradizionali squadre di soccorso permettendo di trovare i dispersi in tempi più rapidi. Il drone sviluppato dai ricercatori svizzeri osserva l’ambiente attraverso una coppia di piccole telecamere simili a quelle presenti negli smartphone che utilizziamo tutti i giorni, ed interpreta le immagini riconoscendo automaticamente i sentieri per mezzo di potenti algoritmi di Intelligenza Artificiale. Grazie a questo sviluppo nel software il drone non necessita di sensori sofisticati, pesanti e costosi.  

Server ancora un po' di tempo prima che la "flotta di droni" possa da sola setacciare i boschi

Il gruppo di ricerca precisa che sarà ancora necessario molto lavoro prima che una flotta di droni completamente autonoma sia in grado di passare al setaccio le foreste alla ricerca dei dispersi. Il prof. Luca Maria Gambardella, direttore dell’IDSIA e professore presso il Dipartimento tecnologie innovative, sottolinea: “Molti problemi tecnologici devono tuttora essere risolti prima che le applicazioni più ambiziose possano diventare realtà, ma questi piccoli robot volanti sono incredibilmente versatili, e il campo di ricerca sta avanzando a velocità mai vista. Un giorno, i robot lavoreranno fianco a fianco con i soccorritori umani, per rendere le nostre vite più sicure: questo è un piccolo ma importante passo in questa direzione!”.  Il Prof. Scaramuzza dall’UZH aggiunge: “E ora che i nostri droni hanno imparato a riconoscere e seguire i sentieri, il nostro prossimo passo sarà di insegnare loro come riconoscere gli umani!”.

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