Svizzera

Votazioni: due netti ‘no’ a Riforma Lpp e biodiversità

Il Ticino si allinea a quanto deciso a livello federale. La partecipazione è di poco superiore al 40 per cento

(Keystone)
22 settembre 2024
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Le votazioni federali di domenica in Svizzera hanno portato a un doppio ‘no’. La riforma della legge sulla previdenza professionale (Lpp) è stata respinta con circa il 67 per cento dei voti negativi, con tutti i cantoni contrari. Allo stesso modo, l'iniziativa popolare per la biodiversità è stata bocciata, con il 63 per cento di voti negativi e con la stragrande maggioranza dei cantoni contrari. Solo i Cantoni di Ginevra e Basilea Città hanno votato a favore dell'iniziativa.

Anche il Ticino si allinea a quanto deciso a livello federale. Infatti l'iniziativa sulla biodiversità è stata bocciata con il 64,17 per cento di no, e la Riforma Lpp con il 61,65 per cento di no.

Bocciata l'iniziativa sulla biodiversità con il 63 per cento di no

Per il popolo elvetico la Confederazione sta già facendo abbastanza per la biodiversità. Alle urne oggi l'iniziativa "Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio" è stata bocciata con il 63% di no.

La modifica costituzionale è stata anche respinta dalla maggioranza dei cantoni. Secondo i risultati definitivi, in Ticino il "no" è stato del 64,2%, mentre nei Grigioni il testo è stato bocciato con il 67,2%.

A essersi opposti in modo più netto all'iniziativa - sostenuta da Patrimonio svizzero, Pro Natura, BirdLife Svizzera e Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio - sono stati Svitto (76,6%), Nidvaldo (75,8%), Obvaldo e Uri (entrambi 75,5%) nonché Appenzello Interno (74,6%). Una bocciatura marcata è arrivata anche dal Vallese, dove a rifiutare l'iniziativa è stato il 73,9%. Cantone quest'ultimo che per altro ospita il comune con il maggior numero di "no" depositati alle urne: il villaggio da una settantina di abitanti di Zwischbergen, nel distretto di Briga ha bocciato l'iniziativa popolare con una quota di contrari pari al 100%.

Per ciò che riguarda gli altri cantoni romandi, a Neuchâtel il "no" si è attestato al 56,2%, nel canton Vaud al 60% e a Friburgo al 65,7%. Mentre a Ginevra si è invece affermato il "sì", con i favorevoli - in controtendenza rispetto all'andamento nazionale - al 51,2%.

Ma a balzare all'occhio è il risultato emerso a Basilea Città, il solo altro cantone assieme a Ginevra ad aver accettato la modifica costituzionale proposta dalle organizzazioni ambientaliste e dove i "sì" sono stati ben il 57,7%.

Il testo chiedeva una maggiore quantità di superfici e di finanziamenti a favore della natura e intendeva ancorare nella Costituzione federale una migliore tutela sia del paesaggio che del patrimonio architettonico. I promotori, appoggiati dai Verdi, dal Ps e dal Pvl, speravano così di obbligare Confederazione e Cantoni a stanziare più fondi pubblici per salvaguardare e conservare meglio la biodiversità e il paesaggio elvetici, anche al di fuori delle aree protette.

A loro avviso, la Svizzera sta facendo troppo poco per preservare le risorse vitali e tutti gli organismi viventi fondamentali per garantire terreni fertili, impollinazione e un ecosistema sano. Il comitato d'iniziativa, oltre a puntare su una tutela delle specie gravemente minacciate, ha sottolineato che il testo andava a favore dei paesaggi caratteristici del Paese, che se mantenuti tali favoriscono anche il turismo.

"Il rifiuto di questa iniziativa è un'occasione persa per salvaguardare il nostro patrimonio naturale, essenziale per la qualità della vita e per l'economia. Tuttavia, non interpreto il "no" all'iniziativa come un "no" categorico da parte degli Svizzeri verso la protezione dell'ambiente", ha detto il consigliere nazionale Beat Flach (Verdi Liberali), membro del comitato nazionale dell'iniziativa.

Per Governo e Parlamento, nonché per i contrari all'iniziativa che si sono battuti per il "no", la modifica costituzionale era troppo radicale e hanno fin da principio sostenuto che la Confederazione stia già facendo abbastanza per salvaguardare gli organismi viventi, gli habitat naturali e i siti caratteristici in Svizzera e che, secondo loro, dispone già di strumenti e disposizioni legali sufficienti per promuovere la biodiversità. Appoggiato dall'Alleanza del Centro, Plr e Udc, il comitato dei contrari al testo ha sempre ribadito che, se approvata dal popolo, la modifica costituzionale avrebbe limitato la produzione sostenibile energetica e alimentare, nonché la gestione delle foreste e delle aree rurali per il turismo, aumentando i costi di costruzione.

"L'Unione svizzera dei contadini ha seminato paura con false dichiarazioni sull'iniziativa per la biodiversità", ha dichiarato questo pomeriggio la presidente del gruppo parlamentare dei Verdi Aline Trede, dopo il "no" di popolo e cantoni.

Per l'Usc invece l'elettorato ha riconosciuto l'impatto negativo che un "sì" alle urne avrebbe avuto sulla produzione alimentare, sull'espansione delle energie rinnovabili e sull'industria edilizia. "Siamo soddisfatti", ha dichiarato Martin Rufer, direttore dell'Usc interpellato dall'agenzia di stampa Keystone-Ats. "Non verrà sottratta altra superficie all'agricoltura. Anche in futuro non dovrebbero essere designate nuove aree protette", ha sottolineato. Oltre a ciò "gli elettori hanno riconosciuto che si sta già facendo molto per la biodiversità" in questo Paese, ha precisato Rufer.

Bocciata la Riforma Lpp con il 67 per cento di no

Nuova netta vittoria oggi per la sinistra e i sindacati. Il popolo svizzero ha infatti a respinto con il 67,1% dei voti la Riforma della previdenza professionale (Riforma Lpp).

Sin dalle prime proiezioni dell'istituto gfs.bern per conto della Ssr e dai primi risultati definitivi a livello cantonale si è capito subito che la revisione non aveva alcuna chance di spuntarla. Alla fine nessun cantone ha accetto il testo elaborato da Governo e Parlamento. Nei Grigioni, il "no" è stato del 62,3%, mentre in Ticino la bocciatura è stata del 61,7%.

Nella Svizzera tedesca spicca il 71,9% di Soletta, ma anche a Berna (69,2%), Argovia (67%) e Basilea Città (66,8%) il risultato è stato chiarissimo. A Zurigo, nel cantone più popoloso della Svizzera, i "no" sono stati il 64%, ma pure a San Gallo (61,9%) e Lucerna (61,3%) il rifiuto è schiacciante.

Nella Svizzera romanda, la bocciatura è stata ancora più netta: a Ginevra, l'ultimo cantone ad aver completato lo spoglio, i "no" sono stati il 73%, mentre nel canton Vaud, dopo lo spoglio definitivo delle schede, la riforma del secondo pilastro è stata respinta dal 72,6% dei voti. Risultati simili in Vallese (71%), a Friburgo (73,7%), a Neuchâtel (76,9%) e nel Giura (77,1%).

Il "no" alle urne non è del tutto sorprendente, ma è più elevato rispetto ai pronostici della vigilia. Gli ultimi sondaggi prevedevano un rifiuto del 51% (SSR) e del 59% (Tamedia/"20 Minuten").

La previdenza professionale si trova ora ad affrontare una doppia sfida, demografica e finanziaria. Per garantire il finanziamento delle rendite a lungo termine, l'esecutivo e il legislativo avevano elaborato la Riforma della Lpp.

La misura principale era la riduzione del tasso di conversione minimo per la previdenza professionale obbligatoria dal 6,8% al 6%. Il Consiglio federale e il Parlamento avevano previsto misure compensatorie per evitare che le rendite future non venissero troppo ridotte.

La metà delle persone assicurate avrebbe beneficiato di una compensazione delle rendite durante un periodo transitorio di 15 anni. La soglia d'ingresso era stata abbassata, il che avrebbe migliorato la copertura dei lavoratori con bassi salari e dei lavoratori a tempo parziale, secondo i sostenitori della revisione. Inoltre, la deduzione di coordinamento sarebbe stata sostituita da una quota fissa del 20%.

Per l'Unione sindacale svizzera e la sinistra, questa riforma era invece da considerarsi una truffa, che non sarebbe andata a beneficio dei lavoratori. Hanno fatto campagna elettorale con lo slogan: "Pagare di più per avere meno rendite". E alla fine la loro mobilitazione e, fors'anche, la non facile comprensione di alcuni aspetti della revisione, hanno spinto i cittadini a mettere un "no" nell'urna.