Svizzera

‘L’accoglienza dei rifugiati (22’000 finora) funziona’

Ad affermarlo è Karin Keller-Sutter. Secondo cui ‘dovremo cercare altri alloggi per le persone ospitate da privati’

Karin Keller-Sutter in visita a una struttura per l’accoglienza dei rifugiati ucraini
(Keystone)
2 aprile 2022
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Conflitti - Ucraina: accoglienza rifugiati funziona, secondo Keller-Sutter
BERNA (ats) -
Considerata l’entità della sfida, l’accoglienza dei rifugiati ucraini in Svizzera si sta svolgendo bene. Lo ha dichiarato la ministra della giustizia Karin Keller-Sutter in un’intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger. Nelle intenzioni della quale vi è la prossima nomina di una persona incaricata di sviluppare scenari per una pianificazione a lungo termine.

La Confederazione ha gettato le basi molto presto per l’accoglienza dei rifugiati con lo statuto di protezione S convolgendo subito gli attori importanti, ha sottolineato Keller-Sutter. Dato il suo federalismo, la Svizzera è un po’ come una macchina di Tinguely: occorre del tempo affinché si avvii, ma una volta che si mette in moto, funziona.

Nuove sfide si pongono tuttavia ogni giorno, alle quali si deve aggiungere il fatto che non si sa quante persone arriveranno ancora, ha aggiunto la ministra. La Russia distrugge consapevolmente strutture civili al fine di annientare le basi della vita delle persone. Vladimir Putin vuole destabilizzare l’Europa con i rifugiati, ha rilevato la consigliera federale, aggiungendo che si tratta di una guerra ibrida.

Secondo Keller-Sutter, occorre pure una pianificazione a lungo termine. "Se le persone in fuga hanno bisogno di una protezione più lunga da noi, dovremo sicuramente cercare altri alloggi per una parte di esse che vivono presso privati cittadini", ha spiegato. La consigliera federale precisa che ciò è di competenza dei cantoni e comuni.

La ministra della giustizia intende designare prossimamente una persona incaricata di sviluppare scenari strategici a medio e lungo termine.

Rientrare "il più presto possibile"

Le persone che sono fuggite in Svizzera – perlopiù donne con bambini che hanno lasciato il loro marito in Ucraina – non si considerano tuttavia come rifugiati che vogliono restare in Svizzera. Sperano di rientrare il più rapidamente possibile nel loro Paese d’origine, ha osservato la sangallese.

Tale parere è condiviso anche dalla direttrice della Segreteria di Stato della migrazione (Sem) Christine Schraner Burgener. "Il 30 marzo, ero a Chiasso: tutte le Ucraine che ho incontrato mi hanno confidato che non volevano essere un peso per la società elvetica e che desideravano rientrare a casa il più presto possibile", ha indicato in un’intervista rilasciata oggi a Le Temps.

Nel frattempo, queste donne – spesso molto qualificate – devono poter lavorare. Per questo occorre risolvere il problema degli asili nido, ha aggiunto Christine Schraner Burgener. Alla domanda se teme, vista la mancanza attuale di posti, che genitori svizzeri si sentano svantaggiati, la segretaria di Stato ha risposto che è nell’interesse di tutti che i bambini vengano accuditi affinché le donne giunte in Svizzera possano lavorare.

Quasi 22’000 rifugiati

Schraner Burgener ha ricordato che gli oppositori russi al regime di Putin possono pure chiedere asilo in Svizzera. Quest’anno la Confederazione ha ricevuto, finora, circa 40 domande di asilo di cittadini russi. In tutto il 2021 erano state 77.

Sino a oggi circa 22’000 rifugiati ucraini sono stati registrati in Svizzera. I centri di asilo federali stanno raggiungendo i loro limiti in materia di accoglienza. Sale da ginnastica appartenenti all’esercito saranno aperte nei prossimi giorni per accoglierli.

Attualmente 9’000 posti sono disponibili nei centri d’asilo federali, ma con l’estensione delle capacità, tale cifra dovrebbe passare a 12’000 nelle prossime settimane. In un primo tempo, due sale militari saranno aperte a Thun (Be) e a Chamblon (Vd).

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