Mendrisiotto

Centro anziani e dintorni a Vacallo: luce verde dal Cantone

Il Consiglio di Stato promuove la variante di Pr e boccia i ricorsi. Ma con qualche avvertenza, a cominciare dalle ricadute finanziarie

Il luogo scelto? Per il CdS va bene (Ti-Press)
3 aprile 2021
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Coldrerio con il suo quartiere intergenerazionale è arrivato a tetto mesi fa. Vacallo si ritrova ancora ai blocchi di partenza. È bastata una variante di Piano regolatore - decisa ad aprire la strada al villaggio, pure lui intergenerazionale e in 'condominio' con Morbio Inferiore, del Comune - per creare subbuglio. Anche ora che la visione del Municipio ha superato, prima (era il novembre del 2018), la prova popolare del referendum, poi (e parliamo di qualche giorno fa) l'esame del Consiglio di Stato (CdS), il fronte dei contrari non sembra tanto disposto a darsi per vinto. Eppure nessuno dei quattro ricorsi (ciascuno firmato a più mani) l'ha spuntata. Insomma, il Cantone ha dato via libera alla variante pianificatoria, seppure non proprio a pienissimi voti. L'autorità cantonale non ha mancato, infatti, di rendere attento l'esecutivo su alcuni punti deboli da tenere sotto osservazione. A cominciare dagli effetti finanziari di una operazione che, nel suo complesso, non è lontana da un investimento di quasi 40 milioni di franchi, 7 e mezzo dei quali a carico di Vacallo.

L'ossatura della variante di Pr ha retto

Sia chiaro, l'ossatura del progetto, così come l'ha immaginata il Municipio di Vacallo (con il vicino di Morbio) nel 2016 ha retto. Sebbene le critiche mosse dai ricorrenti (cittadini di Morbio e di Vacallo) non fossero proprio all'acqua di rose. Obiettivo: far bocciare la proposta intercomunale di Pr, nella sua essenza così come nei suoi addentellati (dal collegamento pedonale, all'autosilo). Sta di fatto che agli occhi del CdS "le scelte effettuate si fondano su un interesse pubblico riconosciuto" e sono state "debitamente ponderate e proporzionate nelle loro ripercussioni sui fondi privati". Senza trascurare che la struttura prevista (la casa per anziani, per intenderci) e il suo dimensionamento "rientrano nella pianificazione cantonale e rispondono a un'esigenza della popolazione" con i suoi 60 posti letto, 18 dei quali a favore di pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Semmai il Cantone ha fatto sentire il suo peso sulle opere collaterali, come i percorsi pedonali e ciclabili, non approvati nelle rete prefigurata. Fatta eccezione per il camminamento che collega le aree di parcheggio e il nuovo centro, "compatibile", si ribadisce, con la zona agricola esistente.  Posteggi a loro volta rivisti nei numeri: i posti auto pubblici non saranno 134 bensì 27 (come ora).

Lo snodo? Il concorso pubblico

Concentrandosi sul progetto, un ruolo importante per definire la rotta da seguire e mettere i giusti paletti, rimarca ancora il Cantone, lo giocherà il concorso pubblico, da cui scaturirà la proposta definitiva. In quel contesto si creeranno "le adeguate premesse per l'insediamento di una struttura di qualità, sebbene importante nella sua mole volumetrica, integrata in modo ordinato e armonioso nel paesaggio". In realtà, al drappello di ricorrenti di Vacallo - che potrebbe non fermarsi al CdS e appellarsi al Tribunale cantonale amministrativo - a non piacere, di principio, è il luogo - la zona del campo sportivo - scelta per insediare il complesso intergenerazionale, che nei piani si intende completare con altri spazi da dedicare alla cura degli anziani e altri ancora aperti alla popolazione, senza trascurare gli impianti sportivi (palestre coperte per la pratica di attività sportive e ricreative) e le occasioni didattiche e culturali a favore della comunità. In più, come si ricorda nella decisione dello stesso CdS, è previsto un ostello con 50 posti letto.

Il punto controverso? L'ubicazione

La scelta del luogo designato, per dirla con il Consiglio di Stato, "è scaturita dalla comparazione di più alternative". Del resto, rimarca, non è previsto l'aumento della zona edificabile, inoltre "il comparto prescelto adempie alla funzionalità richiesta dalla particolarità del nuovo centro polifunzionale". Nella loro visione, invece, i contrari ritenevamo maggiormente ragionevole l'area delle scuole. Opzione che non ha però fatto breccia, nemmeno davanti al Cantone. Autorità superiore che vede bene anche l'integrazione della struttura residenziale - che sarà affidata in gestione alla Fondazione San Rocco, che già si occupa della casa di Morbio, alla quale è stato concesso un diritto di superficie e con la quale si è già stretto un accordo - con altre presenze nel solco dello spirito intergenerazionale. Un carattere "garantito dalla diversificazione delle attività previste e ancorate in norma, che convogliano utenti di differenti fasce d'età e interessi (sportivi, culturali, commerciali, scolastici)". Per finire, l'autorità cantonale valuta come "pretestuoso" evocare la sostenibilità ambientale visto l'attuale utilizzo e l'urbanizzazione dell'area: si è arrivati sin qui dopo "una ponderazione di più criteri, urbanistici/funzionali/paesaggistici/finanziari, che hanno interessato tre potenziali ubicazioni".

Le ricadute finanziarie

I ricorrenti trovano, per contro, soddisfazione nelle parole che il CdS destina a un investimento imponente che si potrà riverberare sui conti di Vacallo. Amministrazione che dovrà sorreggere una parte importante dei costi pianificati (considerato pure l'intervento a carattere sportivo). Al Comune, infatti, si chiede oggi "cautela e un aggiornamento del Piano finanziario". Valutazioni che daranno modo di pensare (fin dal bando) anche a una realizzazione a tappe, "in linea con la sopportabilità degli oneri a suo carico". Il Cantone, d'altro canto, lo dice a chiare lettere: la spesa potrebbe rivelarsi problematica se si considera che al seguito dei 7 milioni e mezzo in programma vi sarà un aumento del debito pubblico pro capite "di ben 2'20 franchi" a fronte di una popolazione di 3'398 abitanti.

Quelle zone di pericolo

Il Cantone non manca di pronunciarsi pure su un altro aspetto urticante (almeno per i ricorrenti): le zone di pericolo. Il punto di riferimento? Il Piano delle zone di pericolo, appunto, già pubblicato ma non ancora adottato in veste formale dal CdS. "Dagli studi effettuati - si fa notare nella decisione - emerge che la presenza di zone di pericolo sull'area, di grado medio o basso, non mette in discussione la possibilità di edificare il centro nei termini prospettati, bensì determina esclusivamente dei condizionamenti". Una analisi geotecnica del terreno e delle condizioni idrogeologiche si impone.

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