Bellinzonese

Sì massiccio, ma anche critico, ai conti 2020 di Bellinzona

Luce verde dal Legislativo al preventivo e al moltiplicatore confermato al 93%. Il sindaco: 'Lavoro da mediano per preparare il terreno agli investimenti'

16 dicembre 2019
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Le finanze della Città con la nuova legislatura che inizierà dopo le elezioni comunali del 5 aprile 2020 saranno sollecitate per la concretizzazione dei progetti strategici annunciati nel 2017 con l’avvento dell’aggregazione. Perciò l’avanzo d’esercizio preventivato di 1,4 milioni, sebbene indichi una certa stabilità, chiede di essere rimpolpato con almeno un altro milione. Come, non è per ora dato sapere. Intanto il Municipio questa sera con 46 sì, 4 no (Verdi e Mps) e 3 astenuti (Lega/Udc e Pc) ha portato a casa l’ok del Consiglio comunale al preventivo 2020, confermando il prelievo fiscale al 93%. Diverse le sollecitazioni giunte dalla sala.

Auspici e bordate

Il relatore della Gestione, Ivan Ambrosini, ha sottolineato che un avanzo minimo voluto di 2,3 milioni «sia garanzia di uno sviluppo ideale delle finanze in questa fase di transizione. Siamo sulla buona strada, ma bisogna fare molta attenzione e non si potrà dire sì a tutto e a tutti. Fondamentale sarà un rigoroso controllo della spesa». Secondo il capogruppo Plr Fabio Käppeli «bisogna iniziare a promuovere Bellinzona non solo come meta turistica ma anche come luogo in cui insediare attività e aziende, puntando a uno sviluppo economico sostenibile. Questo tenendo ben presente la competizione interna al cantone, che è forte». Renato Züger (Unità di sinistra) ha evidenziato come le priorità non si esauriscano nella pura gestione finanziaria: su più fronti «dobbiamo ancora progredire, ad esempio nella mobilità efficiente, puntando al completamento di AlpTransit con la circonvallazione e a una migliore mobilità ciclabile e, perché no, alla copertura dell’autostrada». Dai banchi di Lega/Udc Luigi Calanca ha lamentato, nuovamente, uno squilibrio negli investimenti fra quartieri e centro. A nome dei Verdi, Ronnie David si è detto scontento per l’incongruenza fra gli aspetti declamatori e i progetti nei quali l’urgenza climatica chiede di essere affrontata: «Non vediamo misure politiche concrete per trattare l’urgenza numero uno riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Invece in cima alle priorità vediamo tanta, troppa cementificazione». Un Municipio «cui piace tagliare nastri inaugurali di opere decise dai livelli superiori». Esecutivo infine accusato di «arroganza istituzionale». Monica Soldini (Mps) si è detta critica sulla valenza strategica dei progetti elencati dall'Esecutivo: «Rivedere la pianificazione territoriale non ha alcuna valenza strategica. E stendiamo un velo pietoso sulla riconversione del comparto Officine. Quanto al nuovo ospedale, lo si immagina mentre in realtà si sta indebolendo l’Ospedale regionale a Faido e Acquarossa. Strategie altrui con Municipio compartecipe e privo di progettualità. Restano invece irrisolti i problemi concreti ai quali sono confrontate le famiglie, fra cui servizi doposcuola e mense veramente all’altezza». Alessandro Lucchini (Pc): «Essendo Bellinzona la città col più alto tasso di persone in assistenza, occorre rafforzare le prestazioni sociali comunali in modo complementare a quelle cantonali». Infine Tuto Rossi (Udc): «Sotto il mantra degli investimenti strategici ci sono il vuoto pneumatico e i progetti promossi e finanziati da altri».

Aspettando gli effetti a lunga scadenza

Il sindaco ha esordito la replica citando il brano di Ligabue dedicato a quel «lavoro da mediano orientato a preparare il terreno in ottica futura». La domanda va posta, ha aggiunto Mario Branda: «Siamo pronti ad affrontare i grandi investimenti? A chi si attende risposte immediate, ricordo che stiamo parlando di un lavoro che su più fronti produrrà effetti a lunga scadenza, 10-15 anni». Si parla di assistenza sociale, «ma non vogliamo persone in assistenza, bensì opportunità occupazionali ben retribuite che richiedono infrastrutture e investimenti». Bellinzona a traino di progetti superiori? «Senza la Città non avremmo mai visto il rinnovo della stazione principale e la realizzazione di quella in piazza Indipendenza, come pure l’effettivo e costante potenziamento delle ciclopiste». Inoltre «da più parti ci viene riconosciuto l’effettivo impegno diffuso nei quartieri aggregati».

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