Bellinzonese

Terzo binario a Bellinzona: in tutto 27 opposizioni

Oltre al Municipio anche Casa anziani Paganini Rè, Assemblea genitori Sud, Associazione difesa interessi centro storico, Cassa pensioni Eoc e molti privati

Ti-Press/Gianinazzi
26 giugno 2019
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«Negli ultimi due anni abbiamo intavolato delle discussioni con le Ffs, considerando sia la loro volontà di potenziare la ferrovia nel tratto di Bellinzona, sia le nostre esigenze di rinnovare talune strutture e il giardino sensoriale. Volevamo investire evitando il rischio di dover poi smantellare, e in effetti tenendo conto delle indicazioni forniteci avevamo modificato i nostri piani». A questo punto però, vista la domanda di costruzione relativa al terzo binario, «abbiamo inoltrato opposizione all'Ufficio federale dei trasporti perché siamo preoccupati». È quanto spiega alla 'Regione' Paola Franscini, direttrice della casa per anziani Paganini Rè. L'istituto che si affaccia su via Saleggi, strada che sarà occupata dal cantiere previsto fra il 2021 e il 2025, tramite un avvocato ha dunque inoltrato opposizione all'Uft analogamente a quanto fatto, per motivi diversi, dal Municipio di Bellinzona, dall'Assemblea dei genitori delle scuole Sud (elettrosmog nella palestra), dall’Associazione per la difesa degli interessi del centro storico (Adics), dal Fondo di previdenza per il personale dell’Ente ospedaliero cantonale (per l'edificio amministrativo e abitativo Residenza Piazza in via Lugano 4) e da molti privati che abitano e/o che sono proprietari di fondi ed edifici nell'area toccata dal terzo binario previsto fra la stazione cittadina e via Saleggi dove si congiungerà col binario 36 già realizzato fino alla stazione di Giubiasco. Interpellato dalla 'Regione', l'Uft spiega che le opposizioni sono complessivamente 27.

Le ruspe sull'antico muro e la sicurezza degli ospiti

Tra i punti sensibili evidenziati dalla Casa Paganini Rè nell'opposizione vengono citati ad esempio, ma non solo, l'elettrosmog e l'antico muro di cinta: «Rientriamo negli otto fondi in cui si prevede il superamento del limite massimo previsto dall'Ordinanza federale sulle radiazioni non ionizzanti. Quanto al muro, fa parte del convento che è un monumento storico protetto. Muro tuttavia destinato ad essere demolito per tre quarti per far spazio all'area cantiere. Sebbene questa espropriazione temporanea risulterà limitata ad alcuni anni e quella definitiva concernerà una parte ridotta della nostra proprietà, è certo che il muro non potrà più essere ricostruito come lo conosciamo oggi. Inoltre l'importo compensativo indicato dalle Ffs è da noi giudicato irrisorio». Contestati sono anche il rumore e le vibrazioni sia durante la fase di cantiere, sia durante l'esercizio ferroviario futuro che in regime di AlpTransit risulterà potenziato del 50% rispetto ai dati 2011. «Obiettivo dell'opposizione è dunque tutelare la tranquillità ma anche la sicurezza dei nostri ospiti», annota la direttrice: «Infatti quella parte di giardino consente attualmente agli utenti di trascorrere delle ore in assenza di una vigilanza che altre aree invece richiedono. Perciò sollecitiamo le Ffs affinché provvedano strutturalmente a garantire durante i lavori la medesima odierna sicurezza. Siamo certi che hanno mezzi adeguati per fare meglio, rispondendo adeguatamente alle nostre richieste». Un accordo è stato nel frattempo raggiunto e riguarda il posteggio da via Saleggi e anche la raggiungibilità delle cucine da parte dei fornitori: accesso e uscita saranno spostati a spese delle Ffs lungo via Torti.

I privati contestano l'invasione dei giardini e l'utilità della fermata TiLo

C'è subbuglio anche fra diversi privati le cui proprietà si affacciano sulla linea ferroviaria. In un caso un avvocato ha ricevuto 17 procure per la presentazione di un'opposizione collettiva: oltre gli aspetti già noti legati all'elettrosmog e ai disagi relativi ai cinque anni di cantiere e al successivo esercizio ferroviario, viene contestata la reale utilità della prevista nuova fermata TiLo dietro piazza Indipendenza, situata a un chilometro appena dalla stazione cittadina. Altri tre confinanti che abitano in via Saleggi a sud della casa anziani Paganini Rè lamentano una fase di cantiere oltremodo fastidiosa, dopo quella già subita negli anni passati per la realizzazione del terzo binario in direzione di Giubiasco. Non solo: per i loro giardini e posteggi le Ffs prevedono importanti espropriazioni (a prezzi ritenuti troppo bassi) e il rischio concreto di veder in futuro transitare i treni quasi sull'uscio di casa.

Municipio di traverso anche sugli indennizi

Quanto al Municipio di Bellinzona – si legge nelle sei pagine inviate il 21 giugno all'Uft – viene lamentato il fatto che le Ffs non abbiamo anticipato a Città e Cantone il problema dell'elettrosmog sopra i limiti nella palestra delle scuole Sud e in altri sette mappali privati. Il problema è emerso, ricordiamo, solo quando la 'Regione' il 14 giugno ne ha avuto notizia da un privato e ha interpellato il Municipio che risultava essere all'oscuro. Esecutivo che a questo punto, come anticipato il 20 giugno, si dice “contrario alla concessione di una deroga” e invita le Ffs “a fare tutto il possibile per rispettare i valori limite su tutta la tratta ferroviaria e in particolare nei locali in cui soggiornano dei bambini”. Quanto agli espropri, il Municipio contesta gli 800mila franchi proposti dalle Ffs per espropriare l'edificio sede del Dicastero opere pubbliche e ambiente (destinato alla demolizione). E mette lì, a confronto, la valutazione immobiliare svolta dallo Swiss Valuation Standards secondo cui il valore di mercato attuale dello stabile è di 2,85 milioni, mente il valore del terreno che verrebbe riconsegnato al Comune a lavori conclusi è valutato 920mila franchi: “Pertanto l'indennizzo dovrebbe almeno corrispondere alla differenza dei due importi, pari a 1,93 milioni”. Pollice verso dell'Esecutivo anche ai 200mila franchi proposti dalle Ffs per espropriare l'area posteggi della sede del Servizio sociale, valutata dal Municipio 550mila franchi. Altro punto critico, il deposito della palestra alle scuole Sud: l'ipotesi sostitutiva delle Ffs ha dimensioni che non corrispondono a quanto pattuito preventivamente  e sottoscritto dalle Ffs nel dicembre 2018. Si chiede quindi che le dimensioni vengano maggiorate del 20%.

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