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Sarà di nuovo strapotere Red Bull

Domani scatterà in Bahrain il Mondiale di Formula 1, che sarà ancora una volta dominato dal pilota olandese Max Verstappen e dalla sua scuderia

Fernando Alonso, dall’alto dei suoi quarantadue anni, la maggior parte dei quali vissuti seduto in una monoposto di Formula 1, è il decano dei piloti e non le manda a dire: «Questo sport è brutale». In scena come è ormai consuetudine sul circuito di Sakhir in Bahrain, i test pre-stagionali sono ancora in corso e il pilota spagnolo già sbotta attraverso i microfoni delle tv di tutto il mondo: «Diciannove piloti sanno già che non vinceranno il titolo mondiale».

Secondo lo spagnolo due volte campione del mondo, la Red Bull ha ancora una volta mostrato una superiorità tecnica schiacciante. C’è da credergli? È davvero drammaticamente chiusa la corsa al titolo 2024, ancor prima che il campionato debba cominciare?

Squadra che vince… cambia!

Delle presentazioni delle nuove monoposto, scaglionate come al solito tra gennaio e febbraio, s’è parlato poco, dopo che due cicloni mediatici hanno investito la Formula 1. Il 1° febbraio Lewis Hamilton è stato annunciato come prossimo pilota della Ferrari: sostituirà Carlos Sainz tra un anno. Un pluricampione del mondo che siede al volante della Rossa è sempre una notizia, e lo è ancora di più se il match tra la casa modenese e il pilota è perfetto, come sembra nel caso dell’inglese.

Domenica prossima, al via del primo Gran Premio stagionale, Hamilton sarà ancora nel box della Mercedes. E ci sarà anche Christian Horner, ancora al timone della Red Bull dopo essere stato scagionato dalle accuse gravissime di comportamenti inappropriati nei confronti di una collaboratrice. Molto rumore per nulla: l’intero paddock aveva chiesto la testa di Horner, per pacificare prima dell’inizio del Mondiale un ambiente che da giorni non riusciva a parlare d’altro.

La pista, anche se solo in parte, ha riportato l’attenzione sulle monoposto. In Bahrain la nuova RB20, che sarà affidata al tre volte campione del mondo Max Verstappen, ha lasciato tutti a bocca aperta. Non è solo una monoposto in completa rottura rispetto alla vettura che ha portato agevolmente a casa i titoli in palio nel 2023, è anche un progetto che recupera alcune soluzioni viste su altre monoposto: le pance della nuova Red Bull sono ora completamente scavate, per il riposizionamento dei radiatori; dietro la testa del pilota sono comparsi due profondi canali che convogliano l’aria verso il retrotreno. Soluzioni adottate e poi scartate dalla Mercedes, che erano costate il posto al direttore tecnico Mike Elliott.

È la dimostrazione più lampante che nell’era delle auto a effetto suolo non c’è un’unica soluzione vincente, ogni accorgimento deve andare a braccetto con il resto della vettura, è la visione d’insieme che rende vincente un progetto. E nessuno attualmente in griglia sa cosa accade intorno a queste macchine quanto Adrian Newey, l’aerodinamico della Red Bull.

L’unica alternativa credibile alla casa della bibita austriaca è offerta dalla Ferrari. La nuova SF-24 non è piaciuta a tutti, è stata definita troppo composta, un progetto di monoposto senza guizzi. Al contrario della concorrenza, che ha imitato in blocco le forme viste sulla RB19, la Ferrari ha mantenuto il proprio approccio concettuale perché, come ha ripetuto più volte il team principal Frederic Vasseur, non si diventa leader copiando le soluzioni degli altri.

E Ferrari vuole vincere, magari non subito, ma presto. L’obiettivo degli uomini alle dipendenze di Vasseur adesso è fornire ai piloti un’auto guidabile e agli ingegneri una piattaforma per incrementi di prestazione progressivi. Sakhir è un circuito particolare, il suo asfalto mangia le gomme posteriori.

La Ferrari se l’è finalmente cavata bene nel passo gara, ma non è chiaro quale sia la reale distanza con la Red Bull: sotto ai cinque decimi a giro c’è gara; sopra no, dovremmo aspettarci un altro assolo di Verstappen lungo un’intera stagione. Non basterà comunque il Bahrain per dire se la Ferrari sia una vera contendente per il titolo, lo dirà solo il tempo. Bisognerà aspettare almeno la metà di marzo e il Gp australiano per avere un’idea più chiara.

Gli altri top team non restano alla finestra. Mercedes ha fiducia nel nuovo corso inaugurato sanguinosamente sei mesi fa, a stagione in corso. McLaren era attesa al varco, dopo un grande finale di stagione, e per ora ha deluso le attese, frenata da problemi di affidabilità e dalla solita scadente velocità di punta in rettilineo.

Aston Martin, in cui il patron Stroll continua a riversare fiumi di denaro, procede con il passo del gambero, da qui lo sfogo ai microfoni di Alonso. Tutte queste tre scuderie hanno a bordo un motore Mercedes, che non sembra più il miglior propulsore sulla griglia.

Il ritorno della Sauber

Abbandonato il marchio Alfa Romeo nel nome e rimossa la livrea con il rosso, il team Sauber riprende il nome del fondatore in attesa dell’ultima, finale permutazione. Alcune fonti di stampa hanno mostrato dei dubbi circa il reale impegno che Audi intende profondere in Formula 1, ma la casa di Ingolstadt ha ribadito che le operazioni per uno sbarco sui circuiti del Mondiale in grande stile a Inwil sono già iniziate.

Dalla McLaren sono arrivati il Ceo Andreas Seidl e il direttore tecnico James Key, gli uomini-chiave dei successi recenti della casa papaya. Ai volanti delle nuove C44 siederanno ancora Valtteri Bottas e Guanyu Zhou. Entrambi sono sul filo, in scadenza di contratto, e dovranno far meglio della scorsa stagione per guadagnarsi la prima tuta da pilota ufficiale Audi.

La C44 è un mix di idee originali e di spunti presi dagli altri team: lo schema sospensivo è ora identico a quello della Red Bull, segno che il nuovo corso di Key ha privilegiato gli aspetti aerodinamici a quelli meccanici. L’obiettivo è di rendere più stabile l’auto in ogni condizione ed estrarre sempre il massimo del potenziale di carico dal fondo.

Al posteriore, il team Sauber mantiene le proprie soluzioni originali in fatto di cambio e differenziale, e non sceglie il pacchetto fornito dalla Ferrari con i motori. Key sostiene che la C44 è soprattutto una piattaforma per sviluppi futuri: è il refrain che hanno utilizzato praticamente tutti i direttori tecnici. In parole povere: Red Bull esclusa, la piena conoscenza delle auto a effetto suolo è in là da venire, ci sono vere possibilità per tutti.

Gli avversari del team Sauber sono tanti e variegati. Dal pacchetto di coda sembra sfilarsi solo la Racing Bulls, la piccola di casa Red Bull, che ha operato un vero cambio di missione: non più uno junior team per allevare giovani campioni, ma una squadra che compete per i punti. Dalla casa madre sono stati trasferiti pezzi, uomini e conoscenze che hanno fatto grande la Red Bull lo scorso anno, per cui Daniel Ricciardo e Yuki Tsunoda potrebbero ritrovarsi molto, molto in alto in classifica.

Il percorso inverso sembra averlo fatto l’Alpine, la casa francese è sprofondata in una crisi manageriale e tecnica che sembra irreversibile. Williams e Haas hanno affilato le armi con un programma di test consistente: sul fondo dello schieramento si annunciano delle sorprese, molte di più che in testa.

Le novità di quest’anno

Sarà la stagione di Formula 1 più lunga della storia, per la prima volta i piloti si sfideranno infatti su ventiquattro circuiti differenti, da un capo all’altro del mondo. La loro resistenza, come quella di tutte le maestranze, sarà un tema di sicuro. Le scuderie riducono il numero di uomini presenti in pista nei weekend di gara in modo da garantire una turnazione durante l’anno. Tra salti di continente, cambi di clima e di fuso orario, la sindrome da burnout è dietro l’angolo.

Avremo ancora le contestate sprint race, che non aumenteranno di numero ma avranno una collocazione diversa nel fine settimana. Le qualifiche della sprint saranno il venerdì, la gara breve il sabato mattina. Ragion per cui cambierà il periodo di parco chiuso, si potrà lavorare alle macchine anche dopo la sprint race e i rapporti di forza la domenica, nella gara vera e propria da 305 km, potranno cambiare. Era il cambiamento che aveva evocato Max Verstappen e, si sa, la voce di un campione del mondo in Formula 1 ha sempre avuto il suo peso specifico.

La meccanica sarà messa alla frusta: la Fia ha concesso alle scuderie un propulsore bonus, con quattro motori per monoposto si dovranno coprire tutti i chilometri del campionato. Che si preannuncia interessante e combattuto nonostante Verstappen, pronto ad allungare le mani sul suo quarto titolo mondiale consecutivo.

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