La formica rossa

Better call Sergio

Ermotti come Saul Goodman: colui che trova sempre la via di uscita, perfino nelle situazioni più intricate. In Ticino c'è già chi sta pensando a lui

In sintesi:
  • Il pezzo fondamentale dell’ingranaggio in Breaking Bad non è Walter White
  • Gli annunci del Ceo ticinese hanno suscitato l’applauso convinto della platea
Affabile come al solito
(Keystone)
4 settembre 2023
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Dopotutto, il pezzo fondamentale dell’ingranaggio in Breaking Bad non è Walter White. L’uomo chiave, colui che trova sempre la via di uscita, perfino nelle situazioni più intricate, è Saul Goodman. Qualcosa di analogo accade con Ermotti: rimesso al timone della grande Ubs per garantire il successo della – Keller-Sutter dixit – “operazione commerciale” che consentì alla Confederazione di evitare il crac di Credit Suisse, il Ceo ticinese è stato capace di presentarsi in conferenza stampa pochi giorni fa, affabile come al solito, per annunciare risultati straordinari, tremila posti di lavoro in meno e futuri risparmi per 10 miliardi di dollari (che secondo Inside Paradeplatz significano altri diecimila impieghi a rischio in Svizzera). Certo che dopo aver lasciato correre per mesi le voci di un bagno di sangue occupazionale, il pacchetto di annunci ha suscitato l’applauso convinto della platea. Un riflesso pavloviano, direbbe qualcuno. Nel frattempo in Ticino, dove i conti non tornano e la destra spinge per il pareggio di bilancio e nuovi sgravi per i più abbienti, c’è chi comincia a pensare che la soluzione possa essere soltanto una: sarebbe ora di chiamare Sergio.

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