laR+ IL COMMENTO

Il nipote filorusso del Generale de Gaulle

Il 60enne Pierre, residente a Ginevra, dall’inizio del conflitto russo-ucraino non perde occasione per manifestare il proprio appoggio a Putin

In sintesi:
  • De Gaulle sarebbe orgoglioso del suo successore all’Eliseo, molto meno invece del proprio nipote
  • I gollisti, a suo tempo, hanno tuonato contro la prospettiva di una vittoria di Marine Le Pen alle presidenziali
Putin si è detto lusingato dall’accostamento
(Keystone)
27 aprile 2024
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Nell’autunno del 1961, in visita a Berlino Ovest, esprimendosi sul muro che divideva in due la città il Generale de Gaulle pronunciò un duro discorso antisovietico. Il presidente francese affermò che “quando la minaccia di un imperialismo ambizioso raggiunge un certo punto, qualsiasi passo indietro ha il solo effetto di sovraeccitare l’avversario”. Parole che, sicuramente, oltre mezzo secolo dopo verrebbero condivise da Emmanuel Macron, convinto dell’idea che per fermare l’aggressione russa all’Ucraina l’Unione Europea e la Nato dovrebbero avere il coraggio di schierare le proprie truppe a sostegno dell’esercito di Zelensky. De Gaulle sarebbe orgoglioso del suo successore all’Eliseo, molto meno invece del proprio nipote, Pierre, che dall’inizio del conflitto russo-ucraino non perde occasione per manifestare appoggio a Putin. Al punto da dichiarare che sarebbe onorato di ricevere la cittadinanza russa.

Pierre de Gaulle, 60 anni, è uno dei quattro figli di Philippe de Gaulle, il primogenito del Generale, appena morto ultracentenario e, come il padre, eroe della resistenza contro i nazisti. Il fondatore della Quinta Repubblica, tuttora ritenuto dai francesi un padre della patria, si starà, come si suol dire, rivoltando nella tomba a sentire quelle dichiarazioni filorusse del proprio nipote. Il quale risiede a Ginevra, dove, come ha rivelato Le Matin Dimanche, ha creato una fondazione, intestata a suo nome, che si propone, tra gli altri obiettivi, di “ricostruire la Francia di mio nonno”. Per intenderci, quella degli anni 60 che arriva a paragonare alla Russia di Putin. In cui, a suo dire, prevalgono il rispetto, la cortesia e la fede. Una sorta di enclave delle buone maniere, contrapposta al dissoluto mondo occidentale. Buone maniere di cui hanno fatto le spese, tanto per fare degli esempi, Alexei Navalny e Anna Politkovskaja.

Vladimir Putin, certamente, si è detto lusingato dall’inevitabile accostamento con una delle personalità che hanno fatto la storia del 20esimo secolo. Ha quindi accolto Pierre de Gaulle, ringraziandolo per quanto sta facendo in favore di un riavvicinamento tra la Russia e l’Europa. Pierre de Gaulle che, o appartiene alla categoria dei terrapiattisti o a quella degli ingenui. Sempre che non sia un provocatore al servizio dello Zar contemporaneo. Quanto ai suoi titoli, su Linkedin si è definito “consigliere senior del comitato di direzione della Banca Rothschild”. Ma ha ricevuto una secca smentita da Edmond de Rothschild in persona. La sua stessa famiglia, che vive nel mito del Generale, ha preferito distanziarsi dalle bislacche prese di posizione di Pierre. La buonanima del grande nonno, che con i famigliari, a parte la figlia disabile Anne e la moglie Yvonne, manteneva un atteggiamento di altezzoso distacco, avrebbe reagito con durezza al comportamento del nipote. Né avrebbe gradito la sua contrapposizione con il resto dei parenti sul destino della residenza di Colombey-les-Deux-Églises, dove il Generale ha vissuto gli ultimi anni di vita.

E poi che dire della vicinanza di Pierre all’estrema destra francese? I gollisti, a suo tempo, hanno tuonato contro la prospettiva di una vittoria di Marine Le Pen alle presidenziali, ritenendola una rovina per la Francia.

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