Se sul Piano di Magadino i binari restano congelati, a San Vittore si... sciolgono i dubbi sugli spogliatoi. E Nespoli ci porta a spasso nello Spazio
Per l’area rossoverde è il ‘day after’. Quello in cui, all’indomani dell’annuncio di Greta Gysin di non concorrere per una poltrona in Consiglio di Stato, Verdi e Partito socialista radunano le idee su come comporre le liste in vista delle prossime elezioni cantonali. Oggi facciamo il punto alla situazione in particolare con Samantha Bourgoin, Laura Riget, Amalia Mirante e il consigliere di Stato uscente Manuele Bertoli.
Non va giù ai Comuni di Locarno e Contone il fatto che il raddoppio del binario sul tratto ferroviario Contone-ponte sul Ticino sia finito... nel congelatore a causa dell’aumento dei costi. Al punto che i due sindaci, Alain Scherrer e Gianluigi Della Santa hanno indirizzato una lettera al direttore dell’Ufficio federale dei trasporti per esporre le loro ragioni.
Il nuovo spogliatoio per la pista di pattinaggio di San Vittore si farà. Lo ha deciso lunedì l’Assemblea comunale, che ha dunque deciso di votare il credito per la sua realizzazione, in sostituzione di quelli edificati cinque anni fa, ma in una zona non consentita a causa degli impianti dell’alta tensione. Niente da fare invece per il credito per la sistemazione dell’intera area.
Le pagine sportive dell’edizione odierna ci propongono... una passeggiata nello Spazio. In compagnia di Paolo Nespoli, il celebre astronauta italiano che in una chiacchierata a 360 gradi ripercorre la sua carriera, fra passioni sportive e condizioni di vita a bordo della Stazione spaziale internazionale.
E se Giorgia Meloni – che stando ai sondaggi si appresta a vincere le elezioni politiche del 25 settembre con Fratelli d’Italia – più che essere fascista avesse semplicemente capito che nel Bel Paese quello del fascismo è un mercato che ancora tira e quindi che sarebbe un peccato non approfittarne? A chiederselo, nel commento odierno dal titolo Giorgia Meloni e la fiamma tricolore, rifacendosi a un articolo del Tages Anzeiger, è Franco Zantonelli. Che, fra le altre cose, annota: "Lo fa con maggiore astuzia e spregiudicatezza di quella che hanno dimostrato i suoi predecessori, dal fascistissimo Giorgio Almirante, ex funzionario della Repubblica Sociale Italiana, a Gianfranco Fini, che dopo essergli succeduto alla guida dell’Msi fece uscire l’estrema destra neofascista dal ghetto politico, tramutandola in Alleanza Nazionale. Un’operazione, ricordiamolo, architettata con la connivenza di Silvio Berlusconi il quale, in tal modo, fece finta di ripulire i nostalgici del Duce dalle scorie del passato, arruolandoli tra i propri elettori".