Dopo gli strascichi giudiziari, la Mgm, che ha comprato i diritti del suo ultimo film ‘Minamata’, ha deciso di non distribuirlo negli Stati Uniti.
Johnny Depp si lancia in un arrembaggio contro Hollywood, accusando lo star system di averlo boicottato da tempo. “Sono stati cinque anni surreali”, così l'attore definisce il periodo turbolento dello scontro legale con la ex moglie, l'attrice Amber Heard, che si è rivolta ai tribunali per denunciare una serie di abusi subiti nella loro agitata relazione di coppia. Depp si è confessato in un'intervista al britannico Sunday Times, ammettendo “come uomo e attore” di essere passato attraverso una situazione caotica negli ultimi tempi, ma rilancia promettendo di “far luce” sul suo conto. L'attore ha già provato in diversi modi, ma con scarsi risultati: come la querela persa contro il tabloid inglese Sun, che nel 2018 aveva definito la star un marito “picchiatore”. Depp ha tuttora contenziosi aperti nella causa di divorzio con la Heard negli Usa. Intanto la casa di produzione americana Mgm, che ha comprato i diritti del suo ultimo film dal titolo "Minamata", ha deciso di non distribuirlo negli Stati Uniti.
Nella pellicola interpreta il fotografo documentarista William Eugene Smith, che negli anni Settanta denunciò gli effetti sulla popolazione giapponese dell'avvelenamento da mercurio (patologia poi nota come malattia di Minamata, dal nome della cittadina nipponica più colpita). Depp e il regista Andrew Levitas non hanno dubbi sul fatto che la scelta del colosso dipenda dai problemi personali dell'attore e dalle cattive ripercussioni che questi potrebbero avere sull'immagine della società col leone ruggente, ancor di più col mondo di Hollywood ancora scosso dalla campagna "#MeToo" contro le molestie sessuali ai danni delle donne.