Archiviato il processo che lo vedeva opposto ad Amber Heard, l’attore trova in extremis un accordo per l’aggressione sul set di City of Lies
Dopo aver respinto la richiesta di Amber Heard per l’annullamento del processo da cui è uscito vincitore, Johnny Depp ha dovuto patteggiare un’altra causa, stavolta per un’aggressione sul set del film del 2017 ‘City of Lies’.
L’attore era stato accusato di aver preso a pugni Greg ‘Rocky’ Brooks, un addetto alle location, e l’accordo extragiudiziario è arrivato due settimane prima dell’inizio del procedimento in tribunale.
Nell’azione legale, Brooks aveva sostenuto che Depp lo aveva aggredito sotto i fumi dell’alcol assestandogli due pugni nelle costole dopo che quest’ultimo gli aveva detto che le riprese sarebbero state sospese per la notte. Brooks sarebbe stato poi licenziato dalla produzione dopo essersi rifiutato di impegnarsi a non fare causa.
Negli atti si afferma che l’attore "sembrava bere alcolici e fare uso di droghe per tutto il giorno sul set", un racconto che collima con quanto sostenuto da Amber Heard nel corso del processo da cui l’attrice di ‘Aquaman’ è uscita sconfitta e che adesso vorrebbe annullato per vizio di forma.
City of Lies, incentrato sull’omicidio del rapper Notorious B.I.G. poco dopo la morte di Tupac Shakur, non è mai uscito nelle sale dopo esser stato coinvolto in varie azioni legali.
Nei giorni scorsi la Heard ha chiesto un nuovo processo sulla base del fatto che uno dei giurati sarebbe stato un omonimo, risiedente peraltro allo stesso indirizzo ma di età diversa, di quello effettivamente selezionato. Una mossa "all’insegna della disperazione", hanno sostenuto i legali di Depp. "Non ci sono basi legittime per un appello di Amber", hanno aggiunto gli avvocati secondo cui il verdetto in favore di Johnny "era sostenuto da prove schiaccianti", mentre le argomentazioni dell’ex moglie sarebbero "frivole".
In giugno una giuria di Fairfax, in Virginia, aveva condannato la Heard a pagare a Depp 10 milioni di dollari di danni per averlo diffamato con un articolo di opinione sul ‘Washington Post’ del 2018 in cui sosteneva, senza mai fare il nome dell’ex consorte, di essere una sopravvissuta alla violenza domestica. A sua volta i giurati avevano imposto a Johnny di versare ad Amber due milioni di dollari per via del fatto che uno dei suoi legali di allora aveva definito "inventate" le accuse della donna.