Fa discutere la proposta dal Ppd. Nel frattempo, il sindaco Arrigoni prospetta uno studio a tutto campo
I numeri parlano chiaro: negli ultimi anni la cittadina di Chiasso si è ritrovata a fare i conti con una evidente decrescita. Il problema è «grosso». E lo ha ammesso di recente anche il sindaco Bruno Arrigoni. Solo nel 2021 si sono ‘persi’ 183 abitanti – oggi il Comune di confine è a quota 7’544 – e si è registrato un record negativo quanto a nuove nascite (28). La sfida è lanciata e la si vuole pure vincere. Occorre, insomma, invertire la tendenza, ma come? Il Ppd ha messo sul tavolo una proposta, che però non piace al Municipio (che l’ha bocciata) e sembra dividere; di sicuro ha già spaccato la Commissione della legislazione. Qual è il nodo della questione? Far leva su un nuovo aiuto finanziario alle famiglie – con un contributo unico di 500 franchi – per attrarre altri residenti. Una strategia inefficace agli occhi dell’esecutivo e della maggioranza della Commissione – per essere espliciti per i commissari di Plr e Lega-Udc - che, forti delle misure già in campo, invocano un approccio diverso. Sin qui a schierarsi, quindi, al fianco del Ppd e dei firmatari della mozione – i consiglieri comunali Giorgio Fonio, Davide De Donatis e Patricia Wasser – è stato solo il gruppo Unità di sinistra-I Verdi-Indipendenti. Una cosa è certa, la tematica andrà affrontata. E il primo passo per il sindaco sarà l’elaborazione di uno studio mirato quanto approfondito. «Sarà il caso di farlo – conferma Arrigoni a ‘laRegione’ –. In ogni caso prima dovremo valutare la questione in seno al Municipio. Qui serve una strategia».
Chi sostiene l’incentivo, del resto, porta, a sua volta, argomentazioni chiare. A ben vedere, si fa notare nel rapporto di minoranza, la misura suggerita ad oggi è “la prima e l’unica proposta fatta” e potrebbe dunque essere testata per un biennio-triennio, si rilancia. In fondo, si ribadisce ancora, la riflessione dei promotori nasce da una “presa di coscienza di una problematica" come il “malessere demografico” e dalla "volontà di attivarsi per invertire questa preoccupante tendenza”. Nessuno, i firmatari della mozione per primi, si riconosce, si fa soverchie illusioni che un tale incentivo possa far crescere la natalità. Di fatto, però, è “una misura in questa direzione” e d’altro canto l’impatto finanziario risulta essere "esiguo”. Fatti due calcoli i commissari della minoranza stimano il contributo in circa 21mila franchi, ovvero neppure lo 0,03 per cento del globale delle spese comunali, a fronte di una media di 42 nuovi nati (facendo riferimento ai numeri del 2019 e del 2020, ben sopra a quelli attuali).
Da questa iniziativa, insistono i commissari di Us-I Verdi. Ind. e Ppd, Chiasso potrà trarne un beneficio anche in termini di immagine. E, anzi, avanzano pure delle modifiche al fine di rafforzare l’intervento. Si suggerisce, in effetti, di tradurre l’incentivo in un “buono in denaro spendibile solo sul territorio chiassese, così da rendere la misura interessante anche per i commercianti". In più, si aggiunge, si potrebbe spalmare il bonus su un paio di anni: 250 franchi alla nascita del figlio e 250 al compimento del primo anno di età del bambino. E poi, si conclude, "tentar non nuoce”. Come dire che vale la pena mettere alla prova questa possibile risposta alle difficoltà demografiche della cittadina; e dati alla mano tirare le somme.
Delineati gli schieramenti, a questo punto il dibattito sulla proposta del Ppd si sposta in Consiglio comunale. Resta, comunque, aperto il dossier ‘decrescita’, peraltro non solo sul tavolo di Chiasso. Altri Comuni del Distretto hanno visto calare la popolazione e in alcuni casi - a Balerna con una analisi e a Stabio con una campagna - si sono esplorate le possibili vie d’uscita. La cittadina come reagirà?, chiediamo al sindaco Arrigoni. «Al momento non siamo ancora entrati nel merito della problematica, ma come detto dovremo farlo - ci risponde -. In effetti, la situazione che si è venuta a creare negli ultimi anni restituisce un saldo demografico molto negativo. Va detto altresì che saremo chiamati a effettuare una valutazione globale, quindi che vada al di là delle nascite e consideri pure altri aspetti. Esemplifico: andrebbe verificata anche la tipologia degli appartamenti in affitto in città».
Un ente locale che margini di manovra ha per contrastare la decrescita? «Dovremo verificare anche questo elemento - annota ancora Arrigoni -. Non dimentichiamo che la pandemia non sta facilitando le cose. Semmai ha rallentato il ciclo dell’economia e anche la voglia di imbarcarsi in nuovi investimenti. In altre parole, ci sono ancora molti interrogativi sospesi e la situazione evolve». Il sindaco qui cita un dato in particolare: «Fino al 2019 non si trovava uno spazio commerciale; oggi con il telelavoro lo scenario è cambiato. Sono diverse le ragioni che ci devono indurre a riflettere».