Svizzera

Dopo Credit Suisse, tocca a Ubs: azionisti in assemblea

A Basilea si preannuncia una giornata ‘calda’. Fra i temi in discussione l'acquisizione di Cs e i compensi dei top manager

Colm Kelleher in apertura di lavori
(Keystone)
5 aprile 2023
|

All'indomani di Credit Suisse, tocca a Ubs tenere la sua assemblea generale. Gli azionisti sono accorsi alla St.-Jakob-Halle – un complesso multifunzionale – di Basilea per un incontro che si annuncia caldo, alla luce di vari temi in discussione, primi fra tutti l'acquisizione di Credit Suisse, i compensi dei top manager e le implicazioni della banca nel riscaldamento globale. La riunione è cominciata alle 10.

Come noto i soci nulla potranno decidere riguardo alla fusione con Credit Suisse: l'operazione di salvataggio (operazione commerciale, nelle parole della consigliera federale Karin Keller-Sutter) è stata orchestrata sopra le loro teste dal governo elvetico, che ha fatto ricorso al diritto di urgenza mettendo fuori gioco le normative appositamente create per occasioni di questo tipo. Sulla questione non mancheranno però gli interventi.

Passaggio di consegne al termine dei lavori

"Sono fiducioso che il nuovo Ceo Sergio Ermotti, con il suo curriculum e la sua esperienza, condurrà la banca in modo sicuro attraverso questa prossima fase". Lo ha affermato, in apertura di lavori, il presidente della direzione uscente di Ubs, Ralph Hamers, in un discorso tenuto in tedesco.

Il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs, orchestrato dal Consiglio federale il 19 marzo, è stato "un botto" (Paukenschlag), ha dichiarato il 57enne. Alla luce delle nuove priorità dovute all'acquisizione di Credit Suisse, il consiglio di amministrazione ha cercato un diverso profilo di leadership al vertice. "Come sapete, ho presentato le mie dimissioni nell'interesse dell'azienda e dei suoi azionisti, nell'interesse della Svizzera e del suo settore finanziario", ha aggiunto.

Ermotti – che non appare presente alla riunione – assumerà la carica di Ceo subito dopo l'assemblea generale. Il consiglio d'amministrazione lo aveva nominato a sorpresa pochi giorni or sono, il 29 marzo. Era già stato numero uno di Ubs per nove anni, dal settembre 2011 all'ottobre 2020 e gli era subentrato proprio Hamers.

Secondo il manager olandese – che rimarrà comunque a disposizione di Ubs – l'acquisizione di Credit Suisse porta con sé grandi opportunità: verrà creata una banca con attivi in gestione per un totale di 5'000 miliardi di dollari. La posizione di Ubs come principale gestore patrimoniale ne uscirà quindi rafforzata. Lo stesso vale per la gestione patrimoniale per gli investitori istituzionali (Asset Management), che gestirà un patrimonio combinato di 1500 miliardi. "L'acquisizione porta ancora più attivi, più clienti e quindi più responsabilità. "Sono sicuro che Ubs gestirà questa responsabilità con attenzione".

Hamers ha anche tracciato un bilancio del suo mandato: "Se guardo al mio arrivo nel 2020 non ho visto alcun motivo per ricostruire tutto. Non c'era bisogno di ristrutturare, ma di trasformare". Pertanto è stato avviato un processo di sviluppo per rendere l'istituto più agile e semplice. "Perché una banca deve mantenersi in forma per sopravvivere negli affari internazionali. Ed essere flessibile, perché le sfide cambiano rapidamente", ha concluso.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE