Svizzera

‘Lavorerò duramente per evitare conseguenze ai contribuenti’

Sergio Ermotti, nella conferenza stampa in occasione dell'annuncio della nomina a Ceo, si dice ‘onorato’ del nuovo incarico

(Keystone)
29 marzo 2023
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Lavorerò molto duramente per evitare conseguenze negative per i contribuenti svizzeri dalla fusione di UBS con Credit Suisse (CS) e rimarrò in carica sinché necessario: sono le parole di Sergio Ermotti, che a breve assumerà la guida operativa del gigante bancario. Decisiva per la sua nomina non è stata la nazionalità, ma le capacità, fa sapere la società.

"Sono molto onorato di guidare questa transizione", ha esordito Ermotti in una conferenza stampa indetta a Zurigo. "È un compito impegnativo e urgente. Saremo in grado di portare a termine questa acquisizione e di essere parte della soluzione, piuttosto che del problema".

"Sono consapevole della responsabilità che ci attende", ha proseguito il 62enne. "Dobbiamo evitare che i contribuenti svizzeri soffrano. Sono convinto che con una forte concentrazione possiamo soddisfare le esigenze dei nostri dipendenti, degli azionisti e della società svizzera. Non vedo l'ora di affrontare questo compito".

"È una sfida, ma ho sentito il richiamo della responsabilità", ha aggiunto il manager. "Rimarrò finché mi vogliono e finché non sentirò che il lavoro è finito". Stando alle comunicazioni diffuse stamane entrerà in carica il 5 aprile.

Il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Colm Kelleher ha detto di aver avvicinato Ermotti lunedì della settimana scorsa. L'avvicendamento ai vertici non ha invece "assolutamente nulla" a che fare con le indagini che concernono l'attuale Ceo Ralph Hamers, indagato in Olanda per il suo operato presso il precedente datore di lavoro, l'istituto di credito olandese ING, ha sottolineato.

"Le cose sono cambiate", ha puntualizzato da parte sua Hamers. "Le due maggiori banche svizzere devono essere integrate l'una nell'altra: questo è molto importante per la Svizzera". Al che Kelleher ha aggiunto: "Questo non è importante solo per la Svizzera, ma per tutto il mondo. Sergio ha le capacità per svolgere questo lavoro".

Ha giocato un ruolo – ha chiesto un giornalista – il fatto che sia svizzero? "Berna ha buoni traduttori, non è un problema. Il motivo è che Sergio, secondo noi, è più esperto in questo compito. Il fatto che sia svizzero è certamente d'aiuto. Ma stiamo cercando la soluzione migliore per i nostri azionisti", ha risposto Kelleher. Quella elaborata è una soluzione globale, non svizzera: è pur sempre la più grande fusione bancaria dal 2008. "Non si tratta di comunicare a Berna, ma di trovare la soluzione migliore per l'integrazione".

Secondo Ermotti sussiste anche una questione emotiva. "Questo fa parte della complessità che dobbiamo gestire. Qualunque cosa faremo, saremo in grado di convincere le controparti che quello che stiamo facendo è il meglio per UBS e per la Svizzera. È nell'interesse dei contribuenti, del governo e dei dipendenti. Sappiamo di dover fare un buon lavoro. Non dobbiamo prendere decisioni affrettate di cui ci pentiremmo. Dateci qualche mese di tempo".

Sulla grandezza dell'istituto, da taluni in Svizzera definita "mostruosa", ha preso posizione ancora Hamers. "La cosa più importante per noi è stabilizzare la situazione, come abbiamo fatto nove giorni or sono. Capisco le emozioni, è normale. Non saremo i numeri uno in nessun segmento, in Svizzera le banche cantonali o altri ci precederanno. Saremo più grandi solo in termini di internazionalità. Ma nel mondo ci sono ancora banche più grandi di noi. Il nono giorno non possiamo ancora annunciare tutto, dobbiamo essere prudenti e pianificare bene. Abbiamo bisogno del sostegno di tutte le autorità di regolamentazione del mondo. Ma quando avremo i piani, informeremo".

"Sono molto orgoglioso del nostro team che ha reso UBS così forte da riuscire a salvare Credit Suisse e aiutare la Svizzera", ha dichiarato Hamers. "Ci sarà molto da fare nei prossimi mesi insieme a Sergio. Vedremo quali saranno i prossimi progetti. Mi sarebbe piaciuto assumere questo incarico, naturalmente. Ma appoggio pienamente la decisione del consiglio di amministrazione".

A questo proposito la parola torna al presidente del Cda. "Per questo compito complicato, vediamo molti rischi, non c'è nulla contro Ralph, ma abbiamo ritenuto che Sergio sia la persona giusta per questo lavoro, è il migliore pilota per questo volo".

Riguardo all'impatto della fusione sull'impiego, Kelleher è rimasto nel vago. "Abbiamo già detto che dobbiamo stabilizzare la situazione. Non vogliamo portare una cattiva cultura in UBS. C'era una cattiva cultura nel Credit Suisse. Ma le attività svizzere di CS sono buone. Ci sono persone valide nell'investment banking di CS, ma dobbiamo farle passare attraverso un filtro culturale".

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