Calcio

‘Il Bellinzona rampa di lancio, ma ora cerco nuove sfide’

Adocchiato da più squadre blasonate, Ranjan Neelakandan è intenzionato a lasciare il club alla fine della stagione

(Keystone)
28 marzo 2024
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A poche ore dalla sconfitta patita nell’ultimo, e decisivo, incontro del Gruppo 7 delle qualificazioni alla fase finale degli Europei U19 in programma quest’estate in Irlanda del Nord, Ranjan Neelakandan è pronto a rituffarsi in campionato nonostante un po’ di amaro in bocca. «È stata un’esperienza formativa, una delle più belle della mia vita. Ma, purtroppo, non siamo riusciti a battere l’Ucraina». Il palcoscenico è differente rispetto alla lega cadetta. «Qui mi sono confrontato con giocatori della mia età, ma comunque di alto livello. L’impostazione della settimana è maggiormente incentrata sul calcio, si riesce a vivere come un professionista. Non da ultimo anche il ritmo cambia. La Challenge è più fisica, mentre in Nazionale si ricerca molto di più l’organizzazione tattica. Non è comunque stato difficile ambientarmi, malgrado i compagni di squadra parlino francese o tedesco». Un’esperienza utile pensando in ottica futura e chissà magari la Nazionale maggiore, anche se il ticinese precisa che «è molto complicato raggiungere la compagine ora allenata da Murat Yakin: in ogni annata, al massimo due giocatori riescono ad approdare in prima squadra. Sono comunque fiducioso perché abbiamo dimostrato qualità». D’altronde sono riusciti a battere Francia e Italia, rimanendo inoltre imbattuti nel corso di cinque partite di fila prima di soccombere all’Ucraina.

Fra poche ore il Bellinzona è chiamato a una prova difficile, domani sera alle 20.15 ospiterà infatti l’Aarau. «Sono pronto e in buona forma, spero che riusciremo a sbloccarci. La compagine bernese (attualmente terza forza del campionato, ndr) è ostica, ma non ci accontenteremo di un ulteriore pareggio o di una sconfitta. Ora bisogna tornare a fare punti». L’Acb non riassapora il successo da quattro incontri e, dunque, spera che la pausa dedicata alle nazionali possa aver portato un po’ di freschezza e motivazione in più. Il fanalino di coda, il Baden, dista infatti solo sette lunghezze. Fra le file del Bellinzona mancherà Pollero, una pedina importante dello scacchiere granata pensando soprattutto alle difficoltà nell’insaccare il pallone in rete (una sola volta nelle ultime cinque uscite). E nemmeno l’acquisto del mercato invernale, Jorge Benguché, domani sera assente, ha saputo mettere una pezza a questo problema. «La soluzione è difficile da trovare: ci deve essere un’armonia in squadra. Non è il singolo giocatore a fare la differenza, a meno che non si possa fare affidamento su qualcuno come Messi; se la squadra inizia a girare, ritrovando gli automatismi, il gol poi arriverà automaticamente». Nel calcio vince sì chi gonfia di più il sacco, ma anche, e soprattutto, chi subisce meno reti. E, dunque, sarà importante ritrovare stabilità in difesa. L’Aarau ha perso nelle ultime ore il proprio allenatore, l’ex nazionale rossocrociato Alexander Frei. Una scelta che potrebbe interrompere la striscia di quattro risultati utili consecutivi.

‘Spero di racimolare più minuti’

Dal canto suo Neelakandan non è finora completamente soddisfatto della propria stagione. «Ho ricevuto grandi soddisfazioni come la chiamata in nazionale o il fatto di essere il giovane con più minutaggio nella lega cadetta. Sono grato di queste opportunità, ma sento di essere pronto a partire da titolare». L’intenzione è di offrire maggior contributo alla squadra. «Sono pieno di energie, spero di ricavarmi sempre più spazio. Il mister può legittimamente ritenere che altri giocatori siano più ‘adatti’ di me, ma rimango a disposizione cercando di sfruttare qualsiasi chance». Ogniqualvolta è entrato in campo, soprattutto dalla panchina, il 19enne ha dimostrato di «saper puntare l’uomo e la porta. Questo mio stile di gioco, a volte, mi fa perdere il pallone. E, dunque, ho bisogno di tanta fiducia dai miei compagni di squadra». L’attaccante si è tuttavia preso un posto speciale nel cuore della piazza della capitale. «Ne sono consapevole; ammiro molto l’attaccamento dei nostri tifosi. Nonostante l’anno scorso non sia propriamente stato tutto rose e fiori, continuano a sostenerci. Sono molto fiero». Il Bellinzona è nuovamente stato interessato da questioni extracalcistiche. Nonostante il club abbia saldato il debito nei confronti del Municipio, evitando una procedura esecutiva, la questione non sembra essere chiusa. La società rimane infatti ancora priva di un permesso di giocare sul terreno del Comunale per la prossima stagione, necessario in ottica licenza. Nessuna rinnovata convenzione, grazie a cui sarà possibile regolamentare l’utilizzo dello stadio, pare tuttavia ancora stata firmata. Un documento quindi assente nella recente richiesta di licenza interposta dai sopracenerini. L’Acb ha più volte ribadito di non essere soddisfatto delle condizioni del terreno, su cui spesso è stato necessario effettuare dei lavori per rimediare a delle evidenti carenze. «Quando ci sono problematiche extracalcistiche fatico a concentrarmi, vivo male queste situazioni. Non riesco ad esempio a dormire anche per una settimana quando gioco male una partita. D’altronde non scendo in campo solo per me stesso, ma per amici e tifosi che non meritano di assistere a incontri scialbi». Parole da cui traspare grande maturità, nonostante l’età ancora molto giovane. «Se non si è professionali è difficile arrivare lontano. Sono però capace anche di divertirmi: ho altri interessi», scherza. Le sue prestazioni sul terreno da gioco, ma anche questa attitudine, sono finite nei radar di squadre blasonate quali Basilea, Lugano e Juventus. «Questi interessamenti sono qualcosa di positivo. Ho sempre affermato che Bellinzona era una rampa di lancio. Non un punto di arrivo. L’intenzione di lasciare la squadra alla fine della stagione rimane, così da compiere un ulteriore step e cercare altri stimoli nonché sfide». Il percorso da intraprendere è tuttavia un’incognita. «Cerco di finire la stagione incamerando più minuti possibili… Il massimo campionato rossocrociato, ora come ora, non mi dispiace in quanto sono nato e cresciuto in Svizzera. Nel futuro più lontano non mi dispiacerebbe invece militare nella Liga. Ho sempre apprezzato la sua tecnicità e la possibilità di sfruttare maggiormente il gioco sulle ali. Non da ultimo il clima, fa sempre caldo», conclude sorridendo.

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