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Locarno, buttafuori e ‘butta dentro’ per un posto in Municipio

In Città si rinnova per almeno tre settimi il Municipio in carica. Fra le mille variabili in gioco sembra già assegnato soltanto il ruolo di sindaco

In sintesi:
  • Curiosità sulla tenuta di Verdi e Indipendenti al cospetto del Centro a caccia del raddoppio
  • In casa liberale radicale Pini può dirsi tranquillo, ma è lotta aperta per gli altri due seggi
(Ti-Press)
9 aprile 2024
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L’immagine delle elezioni comunali a Locarno è quella di un assembramento ai cancelli di un concerto. Ci sono quelli che attendono fischiettando con le mani in tasca, e i polpastrelli che accarezzano il biglietto di prima fila acquistato in largo anticipo per evitare brutte sorprese; quelli in preda all’agitazione che si alzano in punta di piedi per scrutare la cassa, cercando di capire se c’è ancora modo di trovare un tagliando; chi supera la fila rivolgendosi direttamente ai buttafuori e millantando conoscenze “fra gli organizzatori”; e chi specula sul bagarino di turno per staccare un’entrata in extremis, magari a prezzo scontato. Il lettore-elettore è ovviamente libero di abbinare ruoli e candidati come meglio crede.

L’unica cosa certa in questo bailamme rimane comunque l’incertezza. Dando per possibile, forse probabile, ma assolutamente non scontata la conferma di tutti e 4 gli uscenti (Pini, Buzzini, Lunghi e Zanchi) si tratta di rinnovare l’Esecutivo al minimo per i suoi 3 settimi. Ma sulla scacchiera vanno sistemati non semplici pedoni tra loro intercambiabili, bensì figure di significato politico, e anche numerico, non indifferente: parliamo di un vicesindaco partente nonché unico rappresentante di una lista (il Centro) dimezzata 3 anni fa e che aspira a ritrovare insieme secondo seggio e prestigio; e di due dei tre rappresentanti del partito di maggioranza relativa (il Plr) che perde un sindaco storico come Alain Scherrer e un altro cavallo vincente come il ministro delle Finanze Davide Giovannacci, e per confermare la sua egemonia, e affiancare il sindaco in pectore Nicola Pini, schiera prime linee come il già municipale Simone Merlini e il “totem” liberale radicale Elena Zaccheo, che non è certo candidata disposta a porsi dei limiti.

Tutto quanto precede, considerando però una quantità di variabili: la capacità dei Verdi e Indipendenti di confermare l’unico seggio respingendo l’attacco del Centro (che schiera fra gli altri i titolati Marco Pellegrini e Claudio Franscella); quella della Lega di dare continuità al suo Bruno Buzzini, facendo nello stesso tempo gioco comune ma anche concorrenza all’Udc, dove Bruno Bäriswyl pure mira al bersaglio grosso; a sinistra, il peso individuale di una figura come Bruno Cereghetti, ex municipale di lungo corso, che con Avanti con Ticino&Lavoro cavalca sia l’effetto Mirante sia la sua propria storia politica per consumare una lenta vendetta nei confronti del Ps che non l’aveva voluto più.

E se questa è la pancia, non è da meno la cintura. Così come a Locarno, anche a Minusio, Ascona, Tenero-Contra, Terre di Pedemonte, Brissago, Cevio, Cugnasco-Gerra, Lavertezzo e Orselina (più Cerentino e Mergoscia) il sindacato cambierà titolare. Talvolta, passando da sfide a due o più persone che lasceranno feriti sul terreno. Pensiamo a Minusio, dove non solo è in discussione la pesante eredità di Felice Dafond – contesa fra il collega Plr e vicesindaco Renato Mondada e il figlio d’arte Alessandro Mazzoleni, che in Uniti x Minusio rappresenta la Lega e non il Centro che fu del papà pipidino Piero – ma anche la clamorosa maggioranza assoluta del Plr. E pensiamo ad Ascona, che per il dopo Pissoglio fa scendere nell’arena 5 candidati sicuri (se non addirittura di più) per una sfida che molto probabilmente non si deciderà al primo turno. Infine c’è Muralto, Comune fortemente diviso attorno alla sua stazione, dove può succedere di tutto.

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