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Competere e delegare

Parlando con le persone della situazione dell’umanità odierna, spesso ci si sente rispondere: “Tanto non possiamo farci nulla”.
Un sentimento di disfatta pervade le persone, che non possono neanche fermarsi a pensare, perché il tempo è denaro e il sistema si basa sulla competizione. Allora per risparmiare denaro e tempo, si delegano gli aspetti più importanti della nostra vita, fidandoci dello Stato e delle multinazionali. Deleghiamo l’istruzione, l’alimentazione e la salute. Ogni delega ci toglie potere e si trasforma in profitto per le multinazionali. E dire che solo 50, 70 anni fa, in una famiglia bastava che lavorasse una sola persona, riuscendo anche a risparmiare. Eppure, anche se nel corso di questi anni abbiamo avuto innovazioni tecnologiche e progresso, invece di poter lavorare meno, siamo stati costretti a lavorare il doppio, a fare meno figli e non riuscire più a mettere da parte nulla.
Dove sono i vantaggi del progresso tecnologico? Ad ora, abbiamo solo la distruzione di posti di lavoro e condizioni di lavoro sempre più precarie.
Il sistema di vita proposto ci fa correre su una ruota da criceto, sfruttando le nostre energie e non lasciandocene per comprendere il furto a cui siamo sottoposti. “Tanto non possiamo farci nulla” è la frase dello schiavo. Non mi candido per far parte di questo sistema, ma per poter lanciare allarmi, stimolare le persone a riflettere, perché è l’unione di persone che si svegliano e si rendono coscienti della gabbia in cui siamo, che può fare la differenza, che può innescare un movimento dal basso che possa contrastare le decisioni dei grandi gruppi di potere.
Abbiamo ancora del tempo, prima che ci sottopongano al ministero della verità orwelliano, dove non sarà più neanche possibile affermare l’ovvio, se questo va contro i grandi interessi del sistema. Il progresso ora è usato per stringere le gabbie intorno all’umanità con il pretesto della sicurezza. Sicurezza che non c’è più proprio per le condizioni sempre più concorrenziali del mercato che spingono sempre più le persone le une contro le altre. Bisogna scardinare il sistema smettendo di delegare, iniziando a istruire i nostri figli, producendoci il nostro cibo, salvaguardando la nostra terra e questo può avvenire solo con la solidarietà e la collaborazione, non di certo con la competizione.
Una ulteriore delega a cui dobbiamo opporci è quella sulla salute, che vede gli Stati privarsi dei poteri politici a vantaggio dell’Oms, un organismo finanziato per il 90% da privati.
Concludo con una frase di Jiddu Krishnamurti:
“La sola rivoluzione che può cambiare il mondo è una rivoluzione nell’individuo, nelle sue attitudini e nella sua condotta rispetto alle sue relazioni, non soltanto con le altre persone, ma anche con le cose, con la natura e con le idee. Solo l’individuo che non è intrappolato nella società può influire su di essa in modo fondamentale”.

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