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Quando l’educazione scende in campo

Troppo spesso la politica guarda alla scuola come il settore giovanile della squadra del Lavoro. Lavoro che milita nel massimo campionato di ciò che “nobilita l’uomo” e ne è campione indiscusso. Per questo vengono fatte scelte che mirano a preparare i bambini e i ragazzi soltanto in funzione del giocatore che saranno, una volta diventati adulti.
Vista l’incertezza del futuro e pensando alle difficoltà del mercato del lavoro di oggi e, soprattutto di domani, la domanda che molti si pongono è: “Quali competenze serviranno ai lavoratori del futuro?”. Domanda che, a mio parere, solleva tre criticità su cui riflettere.
“Servire” non è un verbo pericoloso? Per quanto sia importante offrire ai nostri giovani delle competenze spendibili nei vari ambiti della propria vita, potremmo fare molto di più se ci chiedessimo che cosa “desideriamo” per loro. Se il mercato del lavoro chiedesse più cinismo e individualismo e meno teste pensanti, ci adegueremmo davvero a queste richieste? E soprattutto, siamo davvero sicuri che l’obiettivo della scuola sia quello di preparare i futuri lavoratori?
La seconda criticità risiede proprio nel termine “lavoratori”, poiché credo che, prima di formare i futuri dipendenti di piccole o grandi aziende, si debbano formare delle persone alle prese con le sfide della vita sociale e affettiva e dei cittadini di un mondo sempre più complesso.
La terza riguarda il termine “competenza”, al quale preferisco di gran lunga la parola intelligenza, che porta con sé una differenza valoriale. Sebbene lo facciano in modo efficiente, performante e specialistico, le competenze eseguono. Le intelligenze sono invece portatrici di un pensiero e di una maggiore libertà di azione e di ideazione.
Queste tre differenze, dovrebbero spingerci a riflettere su quale mondo stiamo creando per i nostri ragazzi e a iniziare a chiederci che tipo di intelligenze desideriamo per i cittadini del futuro.
Ed è proprio a scuola, in special modo dall’asilo alle medie, che si gioca la partita. Bisogna formare degli “esploratori coraggiosi”, in grado di trovare con successo la propria strada. Quali sono le intelligenze necessarie? Creatività, curiosità, spirito critico, spirito collaborativo, etica ed empatia.
Lo sviluppo di queste intelligenze è già previsto nel Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese, alla voce “competenze trasversali”, ma è un tema che purtroppo rimane in spogliatoio. Sarebbe importante portarlo in campo, in modo che possa davvero diventare oggetto di discussione politica. In modo che la scuola possa davvero essere efficace per la qualità di vita dei cittadini di domani.

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